Sospesi e senza salario, anche in caso di malattia, perché senza Green Pass. Questa mattina gli autisti di Gtt hanno deciso di protestare davanti alla sede Rai perché dal 15 ottobre scorso, giorno di entrata in vigore dell'obbligo di carta verde per i luoghi di lavoro, sono di fatto a casa.
330 lavoratori Gtt senza Green Pass
Sono oltre 180 i conducenti di bus e tram di Torino e provincia senza Green Pass. A questi si sommano altri 150 dipendenti dell'azienda di corso Turati - tra amministrativi, ausiliari del traffico e meccanici - che hanno deciso di dire no all'obbligo vaccinale, per un totale di 330.
10 mila passeggeri a terra
Personale che da venerdì di fatto non lavora, con inevitabile ripercussioni sul trasporto pubblico. "Ieri in Prefettura - spiega Michele Schifone della Faisa Cisa - Gtt ha detto di aver già ridotto il servizio di 160 turni. Sommati agli autisti, oggi la cittadinanza ha almeno 300 turni uomo in meno: tradotto abbiamo almeno 10 mila passeggeri che rimangono a terra". "Gli autisti che hanno scelto di non vaccinarsi - rincara il sindacalista - sono rimasti senza lavoro: questo mi sembra una coercizione ad indurre il vaccino, togliendo il salario. È una cosa che contestiamo, perché se doveva essere obbligo, il Governo avrebbe dovuto introdurre l'obbligo vaccinale".
"Fast line" in farmacia per i tamponi
L'azienda ha cercato di ridurre i disagi tramite un accordo con Federfarma, che prevede una "fast line" in farmacia per avere precedenza per i tamponi. Ma, come spiega Schifone, "non funziona". Un'accusa a cui Gtt replica spiegando come in provincia di Torino 39 farmacie hanno aderito alla convenzione e ai "dipendenti è stato fornito l'elenco completo delle attività aderenti, con giorni e orari di servizio".
Bus strapieni, con carico oltre il 100%
A questo si aggiungono, come spiega Francesco Goitre Rsu Faisa Cisa, "problemi di carico. Il protocollo dice che non si deve superare l'80%: con la mancanza di autisti che c'è e avendo rimosso la catenella, la presenza di passeggeri a bordo supera il 100%".
"Siamo ancora di più a rischio contagi, perché se facciamo carichi che non riusciamo a chiudere le porte, voglio capire dove è la sicurezza. Il vaccino è una libera scelta: il Green Pass è un obbligo mascherato al vaccino" ha concluso Roberto Porcella della Faisa Cisa.