“Mi auguro che il Cai Pinerolo continui a ringiovanire così come stava succedendo prima dell’arrivo della pandemia” questo è uno degli auspici con cui Giuseppe Traficante lascia la carica di presidente del gruppo pinerolese del Club alpino italiano. Da ieri, sabato 22 maggio, infatti, gli succede il ventinovenne Matteo Bourcet. Imprenditore cinquantenne, Traficante ha conosciuto da piccolo la passione per la montagna grazie alle gite dell’oratorio di Perosa Argentina.
Entrato nel Cai nel 1994 è stato presidente della sezione di Pinerolo per due mandati: “In questi sei anni ho visto cambiare il nostro gruppo: era in corso un ringiovanimento che si è fermato con l’arrivo della pandemia – rivela –. Ed è giusto che ciò ricominci perché il ricambio di idee è importante”. È la crisi economica, legata a quella sanitaria, ad aver impattato duramente, non solo sulle attività, ma anche sul ringiovanimento della sezione: “Ad aver perso il lavoro sono soprattutto i giovani e per chi ha difficoltà economiche è normale rinunciare a una tessera – spiega –. Siamo quindi passati da 900 a 700 iscritti”.
Una realtà dura da accettare per una sezione che ha puntato molto sui ragazzi soprattutto grazie al cicloescursionismo: “Eravamo i primi in Italia per numero di partecipanti al corso di cicloescursionismo per i più giovani: portavamo ormai circa ottanta ragazzi in mountain bike in giro per le montagne” racconta. Ideato una decina d’anni fa da Aldo Elia e Luciano Savarino, all’inizio il corso era frequentato da nemmeno una decina di ragazzi.
Tra gli auspici di Traficante c’è anche la ripresa, a settembre, del corso di escursionismo base, interrotto a causa della pandemia: “Era una delle novità introdotte assieme a quello di freeride, mi auguro che riparta”.
Particolarmente legato alla Val Germanasca e alle gite di sci alpinismo che è possibile fare tra quelle montagne, Traficante vede nella situazione attuale una possibilità di rivalsa per le vallate del Pinerolese: “Il numero delle persone che frequenta i nostri sentieri è aumentato: è una buona occasione per il nostro territorio. Tuttavia dobbiamo fare in modo che non si tratti di un fenomeno contingente e agire affinché la gente continui a tornare qui anche quando non ci sarà più alcuna difficoltà per gli spostamenti”. Ma per farlo, secondo Traficante, non c’è altra strada se non l’impegno degli enti: “Rocca Sbarua, ad esempio, è un’eccezionalità per il territorio, si tratta infatti di una delle pareti più note del nord Italia e la zona è frequentata da alpinisti che arrivano da lontano. Tuttavia andrebbe valorizzata, prima di tutto con la manutenzione delle vie d’arrampicata”. Il lavoro da fare, però, è notevole: “Sono tra le 300 e le 400, le vie della Sbarua. Vanno riposizionati gli spit e le catene: è un impegno economico che un’associazione da sola non riesce a sostenere”. Per questo Traficante si augura l’intervento degli enti: “Devono intervenire i Comuni limitrofi alla Sbarua, se non vogliamo sprecare un’occasione per il turismo”.