Il Grande Torino sopravvive al passare del tempo e al Covid, il suo ricordo non sbiadisce nonostante siano passati 72 anni da quel 4 maggio 1949 e ormai siano sempre di meno coloro che possano narrare l'epopea di capitan Valentino e dei suoi compagni, avendoli visti dal vivo e non attraverso filmati d'epoca o grazie al ricordo trasmesso dai genitori o dai nonni.
Don Riccardo: "Non ricordiamo solo la tragedia, ma anche la bellezza che ha regalato il Grande Torino"
Se dodici mesi fa Don Riccardo Robella era da solo allo stadio Filadelfia, nella commemorazione degli Invincibili, questa volta sulle tribune era presente la squadra al completo, con il tecnico Davide Nicola, i dirigenti e il presidente Urbano Cairo. "Non si deve ricordare solo la tragedia. Non vogliamo cancellarla, non saremmo ciò che siamo se non fossimo passati da quella tragedia. Ma non può essere l'unica: per troppo tempo ci siamo dimenticati la bellezza, la gioia, la felicità che ci sono stati prima con il Grande Torino".
Il padre spirituale granata ha ricordato quanto fu fondamentale per la ricostruzione dell'Italia il contributo degli Invincibili, ricordando "le piccole cose, le piccole felicità che quella squadra seppe fare per tutta l'Italia". Ed allora ecco l'invito: "Impariamo ad apprezzare le piccole cose, sono una metafora della vita. Bisogna andare avanti e costruire passo dopo passo. Torniamo ad essere quell’unità di intenti, cammino, di tifo, di squadra. Il Toro è uno, non ce ne sono tanti. Dove ci sono tanti Tori, diventano torelli e rischiano di smarrirsi. Nel momento in cui il Toro tornerà ad essere uno, sarà anche forte. La storia insegna: non dobbiamo farci schiacciare dal peso di quella grande squadra: se sapremo gioire dei piccoli successi la storia ci riporterà nello spazio che deve essere nostro, il mondo".
Capitan Belotti e i Sensounico
Poi Don Riccardo ha concluso con l'auspicio di tornare a Superga tra un anno per ricordare il Grande Torino e alle 17, mentre suonavano le note del silenzio, la scena si è trasformata e, con un ideale passaggio di testimone, si è saliti al Colle, dove nei giorni scorsi il capitano Andrea Belotti si era recato per registrare la lettura dei nomi dei caduti di fronte alla lapide. E poi, per concludere, ecco le immagini di "Quel giorno di pioggia" dei Sensounico, la canzone più struggente dedicata al Grande Torino e alla tragedia del 4 maggio 1949.
Cairo legge i nomi dei caduti a Superga
Le celebrazioni, anche se in forma ridotta, erano iniziate in mattinata a Superga, dove era stato il presidente Cairo a leggere i nomi delle 31 vittime davanti alla lapide, dopo essere stato al cimitero Monumentale, a rendere omaggio alle tombe degli eroi periti 72 anni fa. "E' stata una grande emozione, ogni parola è superflua". Il patron granata ha commentato così il suo intervento. A causa della pandemia, con i famigliari delle vittime a Superga c'erano solo, assieme a lui, il direttore generale Antonio Comi, il direttore operativo Alberto Barile e il responsabile dell'area tecnica Davide Vagnati.
"È un giorno speciale, in cui bisogna riflettere, una giornata molto importante per tutti e soprattutto per i parenti delle vittime - ha aggiunto Cairo, avendo vicino a sé Susanna Egri e Franco Ossola, figli del direttore tecnico e dell'ala sinistra del Grande Torino - dobbiamo cercare di essere sempre alla loro all'altezza perché hanno fatto qualcosa di speciale".
"Sono passati 72 anni anni, ma il ricordo della tragedia di Superga è sempre vivo". Così la Federcalcio in una nota, con le parole del presidente Gabriele Gravina che hanno definito il Grande Torino "simbolo di unità nazionale che non verrà mai dimenticato, patrimonio di valori per tutto il calcio italiano".
Gli omaggi di Juve, Marchisio e Appendino
Anche la Juve, la rivale di sempre, ha reso onore a Valentino Mazzola e compagni sul suo account Twitter con un messaggio breve ma molto intenso: "Il 4 maggio 1949 se ne andava il #GrandeTorino. A 72 anni dalla tragedia di Superga, la Juventus si unisce al ricordo di quella squadra straordinaria". Lo stesso ha fatto l'ex centrocampista della Juve Claudio Marchisio: "Anche per chi, come me, vede sempre la città in bianco e nero, il 4 maggio il cielo su Torino è di un incantevole granata. Onore al Grande Torino".
La sindaca di Torino Chiara Appendino (imitata da quello di Venaria, Fabio Giulivi) ha voluto ricordare gli Invincibili, salendo a Superga per deporre una corona di fiori a nome della città: "Chi ama il calcio ama il Grande Torino. Chi ama Torino ama il Grande Torino. Anche dopo 72 anni".