Poco più del 41% dei dottori di medicina generale, ad oggi, ha dato la disponibilità in Piemonte ad effettuare i vaccini per il Covid-19. Solo 1.250 circa, sui quasi 3 mila totali, hanno aderito alla campagna lanciata dalla Regione. Sono questi alcuni dei dati diffusi questa mattina in Commissione Regionale Sanità, dove stato audito il commissario Antonio Rinaudo per fare il punto sull’andamento della campagna vaccinale.
“Ci auguriamo -commentano i consiglieri regionali del Pd Domenico Rossi e Daniele Valle - che questi numeri aumentino nelle prossime settimane e che si traducano in un impiego effettivo: raccogliamo molte segnalazioni di mancato coinvolgimento”.
Cifre a cui si affiancano criticità segnalate dai responsabili della campagna vaccinale, in particolare sulla poca disponibilità di dosi e indicazioni non sempre chiare sulle categorie da vaccinare. Negli scorsi il Presidente Alberto Cirio aveva annunciato che la Regione puntava era a somministrare 20 mila dosi al giorno. “Un risultato – chiariscono gli esponenti dem – ancora lontano. Siamo convinti che non sia solo un problema di dosi disponibili, ma di personale da reclutare e organizzazione sul campo, soprattutto nei giorni in cui il Governo chiede uno sforzo maggiore e anche le 20.000 rischiano di rivelarsi insufficienti con l'arrivo di Johnson & Johnson. Servirà una capacità di 36.000 somministrazioni giornaliere”.
Valle e Rossi denunciano inoltre di continuare a “ricevere segnalazioni di dosi sprecate a fine giornata perché anche il sistema di overbooking non garantisce l'utilizzo di tutte quelle preparate, soprattutto a fine turno. Siamo stati rassicurati sul fatto che tramite l'overbooking e la panchina lunga le dosi non vengano sprecate, ma utilizzate nella giornata successiva, ad eccezione di quelle di Pfizer che non possono essere conservate”. “Non sarebbe meglio che anche il Piemonte si doti delle "liste di riserva" di volontari disponibili a raggiungere il centro vaccinale in un tempo ristretto? Eviteremmo così, ogni spreco” concludono i consiglieri regionali.
Il collega Raffaele Gallo invita invece ad accelerare sulle vaccinazioni dei pazienti fragili ed oncologici. "Lazio, Veneto e Calabria - spiega - stanno completando la vaccinazione dei primi e hanno già messo in sicurezza 11.000 malati di cancro, mentre il Piemonte ci risulta non sia nemmeno partito".
Per la consigliera regionale del Pd Monica Canalis è sbagliato escludere "dalle vaccinazione prioritarie i 200 OSS della Città di Torino che seguono 6.000 persone non autosufficienti: così si rischia di infettare le persone più fragili". "Nel resto del Piemonte -rincara- sono già tutti vaccinati”.
Marco Grimaldi, capogruppo regionale di Liberi Uguali Verdi, si domanda “come mai nei giorni in cui il vaccino Astrazeneca è stato sospeso momentaneamente sono rallentate di molto anche le dosi inoculate agli over 80? A fronte di queste domande, i vertici regionali hanno proseguito col muro di gomma”, eppure il problema non è solo l’approvvigionamento di dosi: bisognerebbe smettere di dire che il Piemonte accelera quando non è vero e smettere di parlare di 20mila dosi al giorno quando non ci avviciniamo neppure alle 15.500 che era l’obiettivo minimo: come potremo a arrivare a fare il salto di quantità che prevede il Piano Figliuolo?”.
Secondo Francesca Frediani, Consigliera Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte, "siamo ancora in alto mare con la gestione dell'emergenza sanitaria in Piemonte. Tra incertezze, ritardi e rinvii stenta ancora a decollare soprattutto la campagna vaccinale. La mancanza di trasparenza sulle adesioni e sulle platee non contribuisce a dissipare i dubbi rispetto al buon andamento del piano".