“Le residenze per anziani non ce la fanno più, molte stanno per chiudere” è questo il grido di allarme condiviso da buona parte delle case di riposo del Pinerolese e del Cuneese. Con un comunicato congiunto, infatti, la diocesi di Pinerolo e quelle della provincia di Cuneo, la Diaconia Valdese, l’associazione Provinciale Cuneese Case di Riposo e Confcooperative Cuneo chiedono al presidente della giunta regionale, Alberto Cirio, provvedimenti che permettano di far fronte alla crisi. Già a settembre dello scorso anno, diocesi di Pinerolo e Diaconia valdese avevano lanciato un appello unitario per chiedere un aggiornamento tariffario e un sostegno economico.
“A dicembre, la Regione aveva annunciato ristori per 40 milioni di euro per le case di riposo ma ad oggi non abbiamo ricevuto nulla, il timore è che i tempi siano ancora lunghi – rivela Marco Armand Hugon per la Diaconia valdese –. Tuttavia, anche quando arrivassero, secondo i nostri calcoli, contribuirebbero a coprire appena un quinto dei costi che affrontiamo per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale”. Ma il problema non è limitato all’approvvigionamento di dispositivi e alla necessità di sanificazione dei locali, le case di riposo mettono in luce anche le spese per la riorganizzazione gestionale e l’aumento ingiustificato delle polizze assicurative. Contemporaneamente, però, la possibilità di occupare i posti letto si è ridotta. “I nuovi inserimenti in struttura sono fortemente limitati anche a causa delle procedure complesse per gli inserimenti, oltre che per il mancato rinnovo dei convenzionamenti da parte delle Asl – dichiara il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero –. Oggi sarebbero possibili procedure d’ingresso più semplificate, tenendo conto che tutti gli operatori sono vaccinati e che diverse case di riposo ormai sono covid-free”.
Oltre a chiedere una certezza sui ristori e un aggiornamento delle procedure per inserire i nuovi ospiti, i firmatari dell’appello sostengono la necessità di aggiornare le convenzioni, il cui costo è bloccato, come spiega Marco Armand Hugon: “Il valore della convenzione viene definito da una legge regionale ma le tariffe non sono più aggiornate dal 2015: in questi anni non si è tenuto conto nemmeno dell’inflazione programmata. Tuttavia, nel frattempo, abbiamo dovuto far fronte a due rinnovi contrattuali che hanno determinato un aumento del costo del personale”. “Ci trovavamo quindi già in una situazione delicata – aggiunge – che la pandemia ha decisamente aggravato”.
Ora il rischio di non riuscire più a sostenere i costi è diventato immediato come sottolinea il vescovo di Pinerolo: “I tempi sono già stati troppo lunghi: si è iniziato a parlare di ristori nei mesi di settembre e ottobre dello scorso anno e non c’è ancora nulla in vista. Alcune realtà territoriali rischiano a breve di chiudere e qualcuno dei circa 3.000 lavoratori del settore dovrà rimanere a casa, così come verranno a mancare anche parte dei posti letto per gli anziani”. Ad oggi, nella provincia di Cuneo e nel Pinerolese vi sono circa 4.600 posti letto accreditati. “Nelle case di riposo ci sono le persone: gli ospiti e i dipendenti che tra qualche mese potrebbero trovarsi in strutture che non ce la fanno più a sostenere i costi” gli fa eco Marco Armand Hugon.
“Siamo consapevoli delle difficoltà che le Rsa piemontesi stanno attraversando e per questo motivo è in corso l’istruttoria sulle domande presentate entro il 15 marzo per erogare i primi 20 milioni a tutte le strutture accreditate piemontesi” a rispondere all’allarme lanciato alle case di riposo è Gian Luca Vignale, capo di Gabinetto del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. “Oltre a questo abbiamo chiesto all’Istituto Superiore di Sanità la possibilità di utilizzare le Rsa per ricoverare pazienti Covid free inserendoli al loro domicilio o temporaneamente in struttura, affinché possano ritornare nella loro abitazione con il supporto assistenziale e sanitario garantito dalle rsa – continua –. Va sottolineato che la vaccinazione di operatori e ospiti, e la nostra quindicinale attività di screening con i tamponi rapidi, ha fatto delle rsa piemontesi uno dei luoghi più sicuri. Nei prossimi mesi verranno inoltre erogati altri 20 milioni di euro, così come previsto dalla legge 3 del 2021”.