I dati per calcolare la Tari 2021, richiesti dai Comuni del Consorzio dei rifiuti, sono arrivati, ma allegato c’è un patto di riservatezza sui numeri, che Acea pinerolese industriale (Api) ha spedito ai sindaci, in vista del confronto. E ora il primo cittadino di Pinerolo Luca Salvai, presidente del Consorzio, sta valutando se sottoscriverlo o meno.
Nei giorni scorsi si sono accesi i riflettori sul tema della Tari 2021, con una discussione in Consiglio comunale a Pinerolo, il 3 marzo, sui numeri del 2020. In quella sede si è parlato anche dell’anno in corso.
Il Consorzio aveva sollecitato Api per avere i numeri la scorsa settimana e poter rispettare le scadenze di legge per il calcolo del Piano economico finanziario (ovvero il costo totale del servizio), con il metodo di calcolo dell’Autorità di settore Arera. Poi è arrivata la proroga statale che lascia più tempo per ragionare sui dati.
“C’è tempo fino al 30 giugno e potremo così confrontarci con l’azienda, che ci ha fornito quanto richiesto – spiega Salvai –. Ma al momento non posso divulgare o commentare i dati, perché Acea ha mandato un patto di riservatezza da firmare e stiamo valutando, dal punto di vista giuridico, se accoglierlo o meno”.
Lo scorso anno Acea ha presentato dei costi per 23.200.000 euro e si era arrivati a un’intesa su 19.500.000 euro (a cui si aggiungevano i costi dei servizi svolti dai Comuni, come la bollettazione). Stavolta Api avrebbe presentato una proposta di circa 27 milioni di euro, come anticipato al nostro giornale dall’amministratore delegato dell’azienda Francesco Carcioffo, precisando: “Noi non chiediamo dei soldi, ma presentiamo i dati sulla base di quanto prevede Arera. Rispetto a quei 27 milioni, la cifra effettiva su cui ragionare, se il Consorzio tiene la linea dell’anno scorso, è di 22 milioni e 900 mila euro, ma a noi andrebbe bene anche un aumento del 6,6% (parametro fissato da Arera per contenere gli aumenti, ndr)”.