/ Attualità

Attualità | 16 dicembre 2020, 07:22

Il Covid "fa la storia" anche tra i banchi delle chiese: spazio a confessione e assoluzione generale

I vescovi di Piemonte e Valle d'Aosta hanno autorizzato questa forma di celebrazione vista l'eccezionalità del momento, prevista dai rituali, ma non permessa

Il Covid "fa la storia" anche tra i banchi delle chiese: spazio a confessione e assoluzione generale

Il 15 dicembre 2020, tutti i vescovi delle diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta hanno concesso la possibilità di celebrare il Sacramento della Riconciliazione, utilizzando la cosiddetta terza forma: quella che prevedere il rito per più penitenti con confessione e assoluzione generale. Si tratta di un momento in un certo senso storico. L’eccezionalità del momento, infatti, ha reso giustificabile l’adozione di una forma celebrativa in realtà affatto inedita, ma assolutamente tradizionale, prevista dai rituali, ma non permessa.

Pochi giorni prima, erano stati i vescovi del Triveneto ad ottenere l’autorizzazione dalla Penitenzieria Apostolica e poi a farne parte i loro parroci, con un pregevole scritto, dal titolo Un Natale inedito. In questo documento, si giustifica questa proposta facendo riferimento alla condizione di difficoltà a celebrare la confessione, ed al momento di chiara e grave necessità in cui stiamo vivendo.

 

Che cosa prevede questa celebrazione?

Il Rito della Penitenza (1974) prevede per la chiesa cattolica tre forme di celebrazione: la riconciliazione dei singoli penitenti (prima forma), il rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l'assoluzione individuale (seconda forma) e, appunto, il Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l'assoluzione generale (la terza forma). Questa terza possibilità è riservata a casi gravi, quali la presenza di un numero imprevisto e considerevole di penitenti con confessori insufficienti, o tempi di estremo pericolo di vita. Non è possibile per un confessore adottare questa formula, perché è responsabilità del Vescovo autorizzarla, sempre rispettando il diritto che ne limita l’uso.

Essa prevede una vera e propria celebrazione, con dei riti iniziali, una liturgia della Parola, il rito della riconciliazione, il momento del ringraziamento e la conclusione. A differenza della forma a tu per tu che conosciamo tutti, l’accusa dei propri peccati è fatta mentalmente, e l’assoluzione è data a tutti insieme.

 

Perché questo rito non è possibile sempre?

Bisognerebbe avere la correttezza di dire che il sacramento della riconciliazione ha cambiato più volte forma nella storia. Ciò che noi oggi riteniamo tradizionale, per secoli non è esistito o è stato percepito come una forzatura da respingere. Certo, la cura del male, l’aiuto per un fratello o sorella che ha perso la strada c’è sempre stata. Ma la celebrazione del perdono anticamente era assai più simile a questo rito comunitario che a quello che noi conosciamo, con un rigore ed una serietà che ne hanno causato presto la crisi. Ci sono stati secoli in cui questo sacramento era celebrato da pochissimi fedeli. La forma individuale è stata inventata dai monaci irlandesi (con san Colombano) nel VI/VII secolo, che diffusero in Europa la confessione auricolare. I vescovi resistettero a lungo a questa innovazione, fino a farla propria secoli dopo la sua diffusione. Solo nel II millennio, però, essa ha rimpiazzato completamente il rito pubblico. Si è ritenuto – con ottime ragioni – che l’apertura del cuore in un dialogo, l’ascolto rispettoso, la preghiera fatta insieme e la consegna di un’opera che faccia fruttare il perdono ricevuto fossero atti molto più efficaci. Eppure, non è sempre facile, nella celebrazione individuale far risaltare la dimensione sempre comunitaria di ogni peccato, che porta del danno a tutti, così come l’altrettanto forte caratteristica comunitaria del perdono e della conversione. Questo portò la riforma post-conciliare a creare la seconda forma, in cui la confessione e l’assoluzione personali sono inserite in una veglia di preghiera comunitaria. Difendere il dialogo a tu per tu, cioè, sembra alla chiesa un atto necessario, ogni volta che si possa.

 

Quali sono le condizioni per celebrare in questa forma eccezionale?

I vescovi hanno concesso il permesso nel periodo che va dal 16 di dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 – legato quindi alle feste natalizie e al periodo di pandemia. Si chiede ai parroci di offrire una adeguata e corretta catechesi perché non vi sia confusione. Il rito non può avvenire durante la s. Messa, ma, quindi, in una celebrazione preparata apposta. Si precisa poi che chi ha preferenza per la forma individuale è invitato a praticarla e quindi si invitano i pastori a rendersi comunque disponibili.

 

Un’occasione per riscoprire la preghiera di guarigione

È evidente l’attenzione pastorale che ha portato i pastori a dare questa occasione. Non pochi credenti, infatti, avrebbero scelto di non celebrare affatto la riconciliazione, per cautela e per paura. Data l’età non proprio verde dei sacerdoti, poi, è doveroso pensare di non esporre i confratelli più anziani al rischio di contrarre un virus così dirompente con i fragili. È doveroso che le parrocchie preparino con estrema diligenza questo sacramento, con l’aiuto del coro, dei musicisti, del gruppo liturgico, dei lettori e dei catechisti.

È bello invitare tutti i credenti ad approfittare di questa occasione per pregare insieme, per ricevere l’assoluzione sentendo che stiamo affrontando non solo il peccato personale, ma anche l’attacco dello spirito di scoraggiamento, di tristezza e di conflitto. Ogni volta che una persona è liberata dal male, insieme dà la spinta ai fratelli di fare lo stesso. Con questo sacramento che per la chiesa, ricordiamo, ha esattamente la stessa efficacia di una confessione individuale, vorremmo preparare un natale inedito.

 

Don Marco Gallo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium