«La Corte costituzionale ha appena dichiarato l'incostituzionalità del decreto sicurezza nella parte in cui preclude l'iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo. Il sindaco dovrebbe pentirsi politicamente per aver respinto la nostra proposta». Pietro Manduca (Sinistra solidale Pinerolo) tira una stoccata al primo cittadino Luca Salvai sul tema dei migranti. Ma il sindaco ribatte: «Non ho nulla di cui pentirmi né politicamente, né umanamente, né moralmente».
Era il 27 febbraio 2019, quando le forze di sinistra in Consiglio comunale (Ssp, Pinerolo in Comune e Pd) invitavano il sindaco a violare il decreto sicurezza dell’ex ministro Matteo Salvini e iscrivere all’anagrafe i migranti. Salvai e la sua maggioranza avevano respinto la proposta contenuta in una mozione e ora, dopo la pronuncia della Corte costituzionale, Manduca torna alla carica: «Molte Amministrazioni comunali in quei mesi avevano scelto di prendere una posizione ben esplicita, consapevoli che si trattasse di una norma errata, come del resto si iniziava a comprendere dai sempre più frequenti ricorsi poi accolti. A Pinerolo tuttavia, la Giunta per voce del sindaco Salvai si trincerò dietro un “non si può”, senza tentare nemmeno di provare a guardare la questione con occhio critico».
Il primo cittadino para il colpo e replica così: «Senza fare pubblicità o mandare comunicati io ho firmato una decina di carte d’identità di migranti che avevano già il via libera della Commissione, ma avrebbero dovuto attendere il permesso di soggiorno mesi, se non anni. Mi sono preso le mie responsabilità e continuo a dire che quella parte del decreto aveva una logica: serviva ai Comuni che ospitano centri temporanei e si trovavano a dover emettere un numero elevato di carte d’identità per persone che erano solo di passaggio nel loro territorio».