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Ultim'ora | 10 giugno 2025, 23:06

Pinguini Tattici Nucleari, a San Siro il super-pop tra pixel e mandala

Pinguini Tattici Nucleari, a San Siro il super-pop tra pixel e mandala

(Adnkronos) - Altro che band da hit da karaoke: bastano le prime note di 'Hello World' e 300 kg di coriandoli pixelati sparati da 18 cannoni per capire che i Pinguini Tattici Nucleari non stanno semplicemente facendo un concerto. Stanno dichiarando chi sono diventati: una macchina pop generazionale, capace di visione, emozione e spettacolo. Un colpo di teatro - solitamente riservato ai finali - che qui arriva subito, spazzando via ogni cliché. Per un attimo, palco e band spariscono alla vista e resta solo un'esplosione di colore. È la perfetta dichiarazione d'intenti per due date sold out a San Siro da manuale (120mila biglietti venduti, 420mila il totale del tour), che confermano la band come uno dei fenomeni più forti del pop italiano contemporaneo.  

"La sensazione quando entri a San Siro è sempre molto forte - racconta il frontman e voce del gruppo, Riccardo Zanotti - è un tempio della musica. Sentiamo la responsabilità di fare le cose al meglio". E lo fanno. Perché lo show si trasforma man mano in un'esperienza immersiva che mette al centro il rapporto tra umanità e intelligenza artificiale, nostalgia e senso di comunità. "I coriandoli? - dicono loro -. Di solito sono alla fine, perché è un aspetto 'wow' dei live. Noi abbiamo voluto metterli all'inizio, perché succedono talmente tante cose fuori dall'ordinario durante lo spettacolo che si rimane a bocca aperta. La musica è solo una parte dello show”. I Pinguini hanno ragione. 

Al centro della scena c'è il mandala, un grande pod circolare sospeso, ispirato al computer di 'Guida galattica per autostoppisti', decorato da motivi pixelati (che ricorrono anche sul palco e sulle chitarre) e capace di "parlare" al pubblico. Dopo 'Alieni', durante il quale Riccardo vola, prende voce per introdurre i brani, riflettendo sul significato dell'esistenza e sull'impossibilità di provare emozioni. “È il nostro oracolo - dicono i Pinguini - a volte non lo capiamo nemmeno noi, ma ci guida durante lo show”. Anche gli schermi diventano parte viva della narrazione: lo stile è da videogioco retrò, con un avatar di Riccardo Zanotti che incontra i membri della band, trasformati di volta in volta in versioni realistiche o stilizzate. E l'effetto è amplificato in brani come 'Verdura', 'La banalità del mare', 'Giulia' e 'Pastello Bianco', dove le riprese live vengono rielaborate in tempo reale con tecnologia Ai e morphing visivo.  

La scaletta parte col botto: 'Giovani Wannabe', 'Ringo Starr', 'Romantico ma muori', massimizzano subito l'impatto emotivo. Il pubblico esplode in un boato. Sugli spalti tutti scattano in piedi mentre loro alternano classici e nuovi brani, con momenti di grande intensità in 'Rubami la notte', 'Scrivile scemo' e nuove gemme come 'Lake Washington Boulevard', e 'Hold On', che mostrano l'evoluzione sonora della band verso un'elettronica misurata e suggestiva.  

Il pubblico canta tutto, da 'Coca Zero' a 'Migliore', che arriva sul finale introdotta da un videomessaggio toccante di Chiara Tramontano, sorella di Giulia Tramontano, uccisa nel 2023 dal suo compagno Alessandro Impagnatiello mentre era incinta al settimo mese. "Possiamo immaginare un mondo migliore" dice Chiara Tramontano tra gli applausi della folla. Con lei i Pinguini hanno ragionato a lungo sul filmato e anche la collocazione in scaletta è stata ragionata: "Come l'inizio, anche la chiusura è fondamentale, e devi scegliere se far ballare, ridere o piangere". Tra i momenti più teatrali spicca una fisarmonica che, prima di 'Piccola volpe', si solleva in aria senza alcun supporto visibile: un trucco ispirato al teatro di magia, che aggiunge una nota surreale allo spettacolo. 

Il finale è affidato a 'Titoli di coda', pensato per essere cantato intorno a un falò. Ed è proprio ciò che accade: passerelle in fiamme, un braciere acceso e il mandala che si anima con un anello di fuoco. Non ci sono bis, nessun rientro. Solo una telecamera che segue la band fino ai camerini, dove arriva anche l'ultimo saluto. Intimo e coerente. Alla fine, nessuno vuole davvero andarsene. San Siro applaude esausto e felice. I Pinguini ringraziano, consapevoli di aver fatto centro. Il pop italiano può ancora funzionare bene dal vivo e parlare chiaro. Loro lo sanno e ci tengono a ribadirlo. "Noi siamo noi, non serve fare paragoni. Abbiamo la nostra storia e la nostra musica e quello che portiamo sul palco racconta chi siamo". (di Federica Mochi) 

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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