Il suo ufficio era nelle strade, nei campi coltivati, nelle zone industriali di Campiglione Fenile. Franco Castagno, scomparso mercoledì 26 marzo, è ricordato come il sindaco contadino, che aveva in testa lo sviluppo del suo paese, come l’uomo sempre pronto a prendere sul serio i problemi di cui veniva a conoscenza parlando con la gente. Al suo funerale, che si è svolto venerdì 28 marzo nella Chiesa di San Giovanni Battista, è stato ricordato dagli attuali Amministratori comunali che considerano l’incontro con lui come un momento fondante del loro impegno civico.
Per 14 anni un sindaco concreto, diretto, senza fronzoli
L’attuale primo cittadino Luca Re non ha potuto partecipare al funerale perché all’estero: “Castagno è stato un uomo che ha lasciato un segno profondo nella nostra comunità, non solo come amministratore, ma come persona, come guida, come esempio di dedizione e impegno” lo definisce.
C’è chi ricorda le lacrime di gioia con cui presiedette il suo primo Consiglio comunale nel 1990. Venne poi rieletto nel 1995 e nel 1999. C’è chi, come l’attuale assessore, Anna Trombotto, non ha dimenticato la solennità con cui, proprio nel 1990, consegnò le borse di studio per merito scolastico agli alunni delle elementari: proprio la serietà che diede a quel momento le rimase impresso nella memoria.
Quello fu anche l’anno in cui Daniele Mourglia, attuale vice sindaco, diventò per la prima volta assessore: “Mi nominò con deleghe allo sport e ai giovani: i suoi consigli sono sempre stati preziosi – afferma –. In fondo il suo ufficio, era la strada: era sempre disponibile ad ascoltare il cittadino che incontrava, mai scortese, anche se a volte non condivideva quanto gli veniva detto. Prendeva in considerazione tutti i problemi e rispondeva: “Garantiso pa gnente, ma vedroma lòn che podoma fè” (non garantisco niente, ma vedremo quello che possiamo fare”.
Come un uomo del fare, viene ricordato da Re: “Non si arrendeva, sapeva trattare, convincere, e ottenere risultati per la sua gente”. Loro approfondirono la conoscenza reciproca quando Castagno chiamò l’attuale sindaco nella commissione edilizia comunale: “Mi disse ‘Ti voglio nella commissione edilizia. Sei giovane, devi imparare, e noi abbiamo bisogno di fare’ – racconta –. Queste parole mi sono rimaste dentro e incarnano perfettamente il suo modo di amministrare: concreto, diretto, senza fronzoli. E proprio il suo spirito pratico lo portava ovunque servisse per il bene del paese”.
Dalla Coldiretti al Comune
La carica di primo cittadino per lui era stato il coronamento di un sogno a lungo preparato, una conquista che aveva sudato. “Franco è stato in Amministrazione comunale per 34 anni, ma è stato anche presidente della sezione locale della Coldiretti, del Consorzio Irriguo, attivo nella cooperativa ortofrutticola della Val Pellice e nella cantina sociale di Bricherasio” elenca l’ex parlamentare Giorgio Merlo. Castagno aveva preso le redini del Comune proprio dal padre, Alfonso Merlo, di cui era stato vice sindaco. “Aveva saputo trasformare la dedizione con cui rappresentava le aziende agricole in una dedizione per l’amministrazione di tutto il paese – racconta – non solo interpretando fino in fondo le esigenze dei coltivatori ma anche impegnandosi nella modernizzazione delle frazioni e nel garantire la presenza industriale a Campiglione Fenile”.
Fu proprio durante uno dei suoi mandati che venne realizzata la palestra comunale: “Ancora oggi un’infrastruttura importantissima per il paese” sottolinea Merlo.
Anche per Merlo contò la fiducia di Castagno: “Si spese per la mia candidatura durante le elezioni politiche del 1996 e poi del 2011. Il suo orientamento politico era più moderato del mio ma decise di credere in me e io potei dunque contare sull’appoggio di un amministratore locale molto stimato nel Pinerolese”.
“Ci ha messo il cuore, l’anima ma anche gambe e braccia”
Castagno sapeva farsi ascoltare anche negli uffici regionali: “Ha fatto chilometri su chilometri avanti e indietro tra Campiglione Fenile e Torino per cercare in Regione Piemonte fondi e contributi per il paese” ricorda Piersandro Trombotto, storico impiegato comunale, andato in pensione alla fine dello scorso anno e che racconta con entusiasmo gli anni in cui ha visto crescere il paese collaborando col primo cittadino. “Ci ha messo il cuore, l’anima ma anche gambe e braccia nel suo incarico. Con l’obiettivo sempre chiaro in testa di trovare una soluzione pratica per i problemi” continua. Il suo sguardo andava anche oltre i confini pinerolesi: “Durante la terribile alluvione che colpì nel 1994 il Cuneese lui mandò squadre di soccorso nei paesi colpiti e organizzò una raccolta fondi che poi consegnò al sindaco di Rocchetta Tanaro”.
I suoi ultimi anni, Castagno li ha trascorsi con discrezione, appartato dalla vita pubblica del paese che ha amministrato per tanto tempo. Tuttavia non ha mai smesso di prendersi cura del territorio “Aveva settantotto anni – appena compiuti il 12 marzo – e lo si vedeva ancora fino allo scorso anno al lavoro nei suoi campi, tra gli alberi da frutto che ha coltivato per tutta la vita”.