C’è chi l’apprezza e chi la critica, il tema dell’Intelligenza artificiale è sempre più in voga. Protagonista della scorsa edizione del ‘Festival Internazionale dell’Economia’ con il titolo ‘Chi possiede la conoscenza?’, ha rivoluzionato il modo con cui ci informiamo, comunichiamo, facciamo acquisti e troviamo lavoro. Ma come viene utilizzata tra i banchi di scuola? Quali sono i vantaggi e quali i rischi?
“In Italia siamo culturalmente più lenti nell’adozione delle tecnologie digitali rispetto ad altri paesi. Eppure, nella nostra industria, siamo tra i primi in termini di robotizzazione. Questo significa che mentre le istituzioni educative sono conservative, l’industria avanza rapidamente. La scuola deve prepararsi per non farsi travolgere da questa ondata tecnologica che sarà sempre più presente nel futuro” evidenzia Antonio Caserta, 73 anni, di Pinerolo, insegnante dal 1975 al 2012 e ora membro del direttivo dell’Associazione Nazionale Insegnanti Animatori Digitali e Tecnologici, ente accreditato dal Miur.
Un incarico che lo tiene “sempre in contatto con docenti e alunni per promuovere l’uso delle nuove tecnologie”. E l’Intelligenza artificiale è oggi uno dei temi più caldi. I suoi benefici, secondo Caserta, possono essere numerosi e può sostenere lo studente nello sviluppo di competenze critiche e nel suo prepararsi al futuro: “La scuola deve aggiornare il curriculum per includere competenze digitali avanzate come la robotica e l’apprendimento automatico. Attraverso attività come la creazione di mappe concettuali o l’analisi letteraria, gli studenti possono imparare a utilizzare questa tecnologia in modo creativo e critico”.
Non mancano, però, i rischi associati: “Gli studenti devono essere consapevoli che l’Intelligenza artificiale generativa, come Chat Gpt, non è assolutamente un motore di ricerca e può fornire risposte non sempre autentiche. Ci sono alcuni programmi in grado di verificare se un testo è stato generato da un’Intelligenza artificiale o meno” spiega Caserta. E per questo motivo il libro di testo rimane uno strumento fondamentale per la didattica: “Partendo da un argomento trattato nel libro, con un confronto, si può determinare la veridicità del contenuto di un testo e capire se è stato generato da un’Intelligenza artificiale o se è un lavoro umano, che riflette un’analisi critica. basata su fonti affidabili. Inoltre si può verificare se il contenuto prodotto dall’Intelligenza artificiale aggiunge nuove informazioni e se queste sono accurate”.
Un altro rischio, connesso all’uso dell’Ia, è l’impigrimento: "Gli studenti potrebbero diventare pigri e dipenderne troppo – avverte Caserta –. Per questo è fondamentale che comprendano che l’Intelligenza artificiale richiede un’analisi critica dei risultati. Essa può fornire contenuti che sono per l’80% reali, ma c’è un 20% che potrebbe non essere accurato o rilevante. Pertanto, gli studenti devono essere formati per analizzare e verificare le informazioni fornite, evitando di accettarle passivamente”. Ed è qui che secondo Caserta il rapporto insegnante-alunno entra in gioco: “Come diceva Aristotele, ‘pensate da uomini saggi ma parlate come la gente comune’. Gli insegnanti devono essere aggiornati e pronti a guidare gli studenti in questo panorama tecnologico emergente, senza perdere di vista l’importanza del pensiero critico e della verifica delle fonti”.