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Attualità | 16 giugno 2024, 10:30

STORIE DI MONTAGNA/10: Emiliano e le sue ‘Api Lente’

Dopo una grande avventura in Australia, il ritorno a San Germano Chisone e la nascita di ‘Bee Slow’

Emiliano Barbato

Emiliano Barbato

Oggi ti porto a San Germano Chisone, è qui che è nato e cresciuto Emiliano Barbato, classe 1988, ed è in questo piccolo paesino che l’ho incontrato.

Con Emiliano la parola ‘fretta’ non esiste, infatti il logo della sua azienda lo mette subito in chiaro: Apicoltura Bee Slow. Un nome inglese per un’azienda nata sul territorio che però racchiude l’esperienza all’estero che ha avuto questo ragazzo pieno di risorse.

Partiamo dall’inizio di questa storia.

Emiliano si diploma all’Istituto Agrario, dopo gli studi viene assunto come impiegato tecnico per la Confederazione Italiana Agricoltori, e per alcuni anni diventa il tecnico della zona del Pinerolese. Era molto giovane ed aveva fame di esperienze nuove, coraggiose, per capire cosa fare da grande!

Si licenzia e si lancia in una grande avventura in Australia, dove vive per un anno e mezzo.

Attrezza un vecchio Van e in questa terra immensa, a lui sconosciuta, svolge moltissimi lavori: dal cameriere al contadino, dal pescatore a tuttofare. Uno di quei viaggi che restano per sempre nei ricordi e che, in qualche modo, ti cambiano e ti fanno crescere.

“I primi mesi ero con un amico, ma poi il resto del viaggio l’ho fatto da solo – mi racconta davanti a un caffè nel piccolo bar del paese –. Un bellissimo viaggio in certi momenti difficile, soprattutto in solitudine, dove bisogna mettersi alla prova, ma un percorso che in quel periodo di giovinezza, mi è servito per capirmi e fare esperienza”, conclude, mentre sono certa che la sua mente sia tornata tra i paesaggi australiani.

Torna in Italia, perché da buon montanaro, le sue radici alla fine l’hanno richiamato. Famiglia, amici, il tuo territorio dopo un po’ ti mancano.

Torna a casa nel 2015 e decide di cambiare vita.

“Visto che ero stato dall’altra parte del mondo, ho voluto creare qualcosa nel paese in cui ero nato” mi rivela. “Tutti se ne andavano e io invece ho deciso di restare e di investire il mio futuro nel territorio che mi ha visto crescere”.

Emiliano si avvicina inizialmente al mondo dell’apicoltura per passione e curiosità, non aveva esperienza, a parte qualche ricordo con il nonno, che da sempre cura alcuni alveari a livello amatoriale per autoconsumo familiare.

Un piccolo mondo a cui non si era mai avvicinato, ma che, dal suo ritorno, torna a far parte della sua nuova vita. Prende in gestione le api del nonno, che ormai inizia a sentire gli anni, e qui parte la sua esperienza. L’anno successivo gli alveari aumentano.

Un mestiere che, con studio, costanza e amore, questo ragazzo impara poco per volta. All’inizio con tanti sbagli che poi vengono dimenticati grazie ad esperienze presso altri apicoltori, corsi e formazione continua.

In due anni questo diventa il suo mestiere, il suo nuovo lavoro.

Perché l’apicoltura e non altro? Chiedo a Emiliano.

“Perché la vedo ancora come un’attività nobile, in cui non c’è sfruttamento di ambiente o imposizioni, e poi, il mondo delle api, mi affascinava, non so dire esattamente perché, ma volevo farne parte e creare un’attività rispettosa per tutto e tutti” mi risponde.

Certe volta, quando si crede in un sogno, si lavora per costruirlo e ci si impegna con costanza e passione, anche l’universo se ne accorge e per Emiliano arriva una grande opportunità.

Riesce a vincere un bando, indetto dalla Diaconia Valdese, che destina dei fondi per l’agricoltura sociale. Un aiuto per un giovane, che fosse capace di fare un’attività agricola che potesse portare ricchezza sul territorio e inclusione sociale.

Grazie alla disponibilità economica che arriva, Emiliano, riesce a costruire il laboratorio, ad acquistare macchinari e materiali necessari per la sua nuova attività e così nasce l’azienda “Bee Slow”, letteralmente Api Lente.

Inizia il suo percorso come apicoltore lavorando moltissimo con le scuole, i centri estivi ed accogliendo, in azienda, persone svantaggiate. Il suo piccolo mondo diventa inclusione, trasmissione di saperi e una bellissima strada da percorrere con l’ottica di essere parte integrante e opportunità per il territorio che lo circonda.

Emiliano mi dice con il sorriso di sentirsi fortunato, di essere cresciuto senza troppa fatica, facendo diventare la sua attività il suo reddito e la sua scelta di vita.

Arrivano sulla sua strada anche dei riconoscimenti importanti, come quello di Maestro del Gusto, selezionato dalla Camera di Commercio di Torino, dal suo Laboratorio chimico e da Slow Food, oppure Oscar Green per innovazione e sostenibilità arrivato nel 2020, e molti importanti riconoscimenti per il miele che produce questo ragazzo deciso e concreto.

“Ho sempre ricercato una vita lenta, semplice con una qualità che mi gratifichi e mi renda migliore. Dopo la mia esperienza come impiegato, tornato dal mio viaggio, ho scelto come vivere ed ora sono felice, ho ottenuto i miei traguardi e mi alzo sereno”.

Il laboratorio di Emiliano è a San Germano, dove si possono anche acquistare i suoi prodotti, che si trovano in molti negozi della valle, mentre le api sono dislocate sul territorio.

In estate in alta Valle Germanasca, nella zona di Prali, produce i mieli di alta montagna che hanno il presidio Slow Food e sono il suo prodotto più pregiato.

Ogni anno vengono prodotti 4 o 5 tipi di mieli: ciliegio e tarassaco, acacia, tiglio e castagno, flora alpina, rododendro e millefiori. Si aggiungono idromele, propoli, cera vergine e polline.

Se vuoi trovare i prodotti di Emiliano il mio consiglio è quello di andare ad acquistarli in loco, perché non si compra solo un prodotto, ma tutta la sua storia e la sua professionalità, che lui sa trasmettere raccontandosi.

Ormai sono anni che incontro persone, un viaggio che mi ha fatto incrociare sul mio cammino tante persone, giovani e meno giovani, con storie differenti e cammini unici. Negli occhi di Emiliano, nella sua stretta di mano, nella sua competenza e soprattutto nella sua scelta di restare nel suo territorio e crederci, ho visto il futuro della montagna, di quel popolo nuovo che sta scolpendo il nuovo futuro delle terre alte.

Cinzia Dutto

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