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Scuola e formazione | 31 marzo 2024, 15:30

A Luserna San Giovanni il francese rientra in aula attraverso le canzoni popolari

Si è concluso con un concerto finale il progetto di introduzione alla lingua attraverso il canto con l’associazione Musicainsieme e l’ex insegnante ora in pensione Giuliana Meynier

A Luserna San Giovanni il francese rientra in aula attraverso le canzoni popolari

Uscito dalle aule scolastiche della Val Pellice ad inizio degli anni Duemila, il francese è rientrato a scuola a Luserna San Giovanni attraverso il canto. Venerdì 22 marzo, al tempio valdese di Luserna San Giovanni si è tenuto il saggio finale del progetto ‘Apprendre è travers le chant’ gestito dall’associazione Musicainsieme, dall’insegnante di musica Magalì Gonnet e dall’ex insegnante di francese Giuliana Meynier che ha coinvolto alcune classi dell’Istituto comprensivo di Luserna San Giovanni. Circa centocinquanta alunni del plesso di Lusernetta, della quinta di Luserna alta, alle prime, delle terze e quarte del capoluogo, sono stati accompagnati a scoprire la famigliarità della lingua attraverso le filastrocche e le canzoni popolari che hanno eseguito durante lo spettacolo. Nel progetto è stato coinvolta anche la Scuola dell’infanzia di Torre Pellice. “Per loro si tratta perlopiù di una riscoperta: per alcuni il Francese è famigliare perché legato alla cultura valdese e alla storia della nostra vallata” afferma Beppe Maggi per l’associazione Musicainsieme.

I bambini hanno incontrato quattro volte le insegnanti Gonnet e Meynier che li hanno aiutati a riscoprire la lingua: “Prima di iniziare a cantare, ad esempio, hanno capito che, se parlato lentamente, il francese è molto più comprensibile dell’inglese. In questo modo abbiamo introdotto il concetto di origine comune delle lingue romanze” spiega Meynier. Lei ha insegnato per ventotto anni nelle scuole della Val Pellice: “Fino al 1999 in tutte le scuole elementari della valle era presente l’insegnamento di questa lingua che poi è uscita dalle aule con la riforma Moratti, ad inizio degli anni Duemila, scalzata dall’Inglese”.

Ora in pensione, Meynier, tornando a frequentare i bambini, è rimasta sorpresa dal cambiamento sociale che riguarda anche la dimestichezza con la lingua: “Ormai in bassa Val Pellice non c’è più l’abitudine di parlare il francese nelle famiglie del posto. Chi conserva il legame con la lingua sono invece i figli degli immigrati che arrivano dai Paesi africani francofoni, nelle varie classi loro sono stati loro i miei traduttori e interpreti”.

Elisa Rollino

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