L’essere umano passa gran parte della sua esistenza fisica a elaborare tutta una serie di sostanze organiche e a eliminare le scorie prodotte. Questo processo si chiama digestione. Ed è proprio la maggiore o minore efficienza della funzione digestiva che condiziona tutta la nostra salute psicofisica. Sono molte le persone che soffrono di disturbi e patologie legate alle alterazioni dell’apparato gastrointestinale, lamentando sintomi specifici come reflusso, acidità, meteorismo, nausea, dolore e gonfiore addominale.
Oramai lo sapete: dietro a un sintomo si cela sempre una causa. Una “cattiva” digestione, molto spesso, dipende da una carenza di micronutrienti e/o dall'assunzione costante di cibi troppo ricchi di sostanze citotossiche che possono causare non solo alterazioni digestive e di assorbimento, ma anche infiammazione delle mucose intestinali, infezioni recidivanti e una insufficiente l'eliminazione delle scorie.
Questi effetti alterano, a loro volta, tutti gli apparati dell'organismo, come il sistema endocrino, immunitario, sistema nervoso e funzione detox. Ecco perché è fondamentale alimentarsi con cibi ricchi di micronutrienti (vitamine, sali minerali, enzimi digestivi, antiossidanti, polifenoli, betaglucani ecc.) E questo non solo perché apportano un nutrimento ottimale alle nostre cellule, ma anche perché, essi stessi contribuiscono in modo diretto alla nostra “corretta” digestione. Infatti, affinché gli alimenti che consumiamo si trasformino in energia vitale, devono verificarsi centinaia di reazioni chimiche a cui loro partecipano.
Pensate che un terzo delle reazioni chimiche che hanno luogo nel nostro organismo dipende da specifiche dosi di minerali e di vitamine. Anche solo la carenza di uno di questi nutrienti può causare una difficoltà digestiva e di conseguenza un calo di energia e di vitalità oppure può favorire una condizione di sovrappeso (eccesso di massa grassa) o di sottopeso (carenza di massa magra). Purtroppo, il deficit di vitamine, sali minerali, enzimi, antiossidanti e grassi essenziali è molto più diffuso di quello che si possa pensare.
Vi faccio, come sempre degli esempi. Immaginate di mangiare un alimento altamente proteico, come una bistecca. In questo caso, in seguito alla masticazione, il cibo passa nello stomaco dove le grandi molecole delle proteine vengono scisse in gruppi di aminoacidi. La prima fase della digestione delle proteine ha luogo grazie all'azione dell'acido cloridrico, liberato dalle pareti dello stomaco, la cui produzione è regolata anche dallo zinco.
Essere in carenza di questo micronutriente, come potrebbe succedere ad esempio in età avanzata, favorisce la diminuzione della produzione di acido cloridrico con le conseguenti difficoltà digestive che si osservano molto spesso proprio nelle persone anziane, soprattutto dopo i pasti iperproteici.
Ma il problema non si ferma al sintomo, perchè le grosse molecole alimentari, non digerite, possono provocare reazioni allergiche nell'intestino tenue, aumentando la possibilità che si sviluppino intolleranze alimentari, fenomeni di malassorbimento o patologie come la SIBO, una sovracrescita batterica nell’intestino tenue.
Ma anche un deficit enzimatico può causare un'alterazione digestiva. Anche in questo caso, la produzione di enzimi digestivi, da parte del pancreas, è legata a numerosi micronutrienti come la vitamina B6. Essa è appunto essenziale per la digestione e per il metabolismo delle proteine, ma anche per una equilibrata attività cerebrale e per la produzione degli ormoni sessuali.
Stimola la diuresi e aiuta a ridurre le reazioni allergiche. Una sua carenza favorisce non solo la difficoltà digestiva, ma anche irritabilità, nervosismo, crampi muscolari e astenia. Agisce in sinergia con le altre vitamine del gruppo B e con lo zinco e il magnesio. Una volta appurata la sua effettiva carenza, va assunta preferibilmente ai pasti. Ora immaginate di mangiare un cibo ricco di grassi. Torniamo alla bistecca. Per poter essere digeriti i grassi necessitano di una particolare preparazione. Di questo si occupa la bile, una sostanza prodotta dal fegato e conservata nella cistifellea.
La bile, oltre all’acqua e agli elettroliti, contiene un fosfolipide chiamato lecitina, una sostanza che aiuta a emulsionare le grosse particelle di grasso e le trasforma in particelle piccolissime, cosicché la lipasi, l'enzima che scinde i grassi, ha a disposizione una superficie maggiore su cui operare per svolgere il suo compito digestivo. In alcuni casi, assumere della lecitina, sotto forma di integratori, migliora il processo di emulsione e può essere utile alle persone che hanno una scarsa tolleranza ai grassi, per esempio, chi ha subito l'asportazione della colecisti e non può più immagazzinare la bile.
Altri amici del nostro apparato digerente sono i probiotici. Nello specifico, i lattobacilli sono batteri in grado di scindere le proteine e i grassi rispettivamente in aminoacidi e acidi grassi e di separare il lattosio, lo zucchero del latte, in glucosio e galattosio.
Questa loro funzione risulta particolarmente utile per chi soffre di intolleranza al lattosio, perché in carenza dell’enzima digestivo lattasi che di norma svolge questo compito.
I probiotici migliorano l'assorbimento intestinale di alcuni nutrienti come il calcio e producono vitamine come la K, la B 12 e l’acido folico, intervenendo in modo favorevole in caso di stipsi, diarrea e meteorismo, ma anche nel caso di alterazioni patologiche come la sindrome dell'intestino irritabile. Rispondono favorevolmente ai probiotici anche le malattie infiammatorie intestinali croniche come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa.
Nello specifico, il Lactobacillus salivarius si è dimostrato particolarmente efficace nella cura della colite. Sono sempre più impiegati anche nel caso di allergie alimentari. Molto spesso, le reazioni alimentari non sono imputabili a un'allergia vera e propria, ma alla presenza di batteri “nemici” che producono sostanze che a loro volta attivano il sistema immunitario a livello intestinale.
Si è dimostrato che i probiotici, ammesso che si usi il giusto ceppo batterico e con il giusto dosaggio, aiutano a ridurre le reazioni infiammatorie nelle allergie alimentari, riducendo la risposta intestinale agli allergeni. Altri importanti protagonisti della salute dell'apparato digerente sono gli acidi grassi a catena corta (SCFA), prodotti naturalmente da Lattobacilli, Bifidobacteria ed Eubacteria. Tra questi l'acido caprilico che ha un'azione antimicotica importante e l'acido butirrico che ha una notevole azione antinfiammatoria e riparatoria delle mucose enteriche.
Gli acidi grassi a corta catena sono prodotti dai batteri buoni nel nostro intestino. A dire il vero, sono la principale fonte di nutrimento per le cellule delle nostre mucose enteriche. Essi possono ridurre il rischio non solo di disturbi infiammatori, ma anche di patologie più invalidanti come il diabete di tipo 2, l’obesità e le malattie cardiovascolari. Sono impiegati anche in caso di permeabilità intestinale, in quanto le membrane cellulari sono costituite da composti simili ai grassi; quindi, un loro utilizzo favorisce la guarigione delle pareti danneggiate.
Non sono solo antinfiammatori intestinali, ma sono coinvolti anche nella metabolizzazione di importanti macronutrienti come i carboidrati e i grassi. Vale a dire: ci aiutano a digerire! Insomma, la cattiva digestione può essere causata da molti fattori: da una carenza o da un eccesso di acidi gastrici; da una carenza o un difetto di enzimi digestivi o di micronutrienti; da un eccesso di sostanze tossiche e additivi chimici; dall’assunzione di alimenti che hanno un effetto irritante sulle pareti delle mucose gastrointestinali, senza contare tutto l’aspetto psicoemotivo.
Esistono però dei validi “alleati” con cui possiamo coalizzarci. Sono i micronutrienti indispensabili per la “digestione ottimale”. Tra questi, gli acidi grassi a corta catena hanno un ruolo fondamentale. Vista la loro importanza, approfondiremo il discorso nel prossimo articolo.