Il pane è, da sempre, simbolo per eccellenza della convivialità. Attraverso le "maglie" dell'impasto di cui esso si compone si intrecciano da secoli storie e popoli, tradizioni e leggende che arricchiscono i territori e li rendono unici.
Uno dei tanti pani della tradizione piemontese è il cosiddetto "pane giaco" (pane giacu, in dialetto).
Tipico delle campagne di Pinerolo, ha una ricetta molto semplice, fatta di farina di grano tenero, acqua, lievito madre e sale. L'impasto così composto viene lasciato lievitare e successivamente viene steso in rettangoli incisi ai lati per poter essere arrotolati. Poi viene fatto ancora lievitare, capovolto due volte ed infine cotto. Prima della cottura esso ha una foggia tipicamente triangolare, al termine ha due rotoli laterali e un rigonfiamento nella parte centrale.
Il pane giaco annovera diverse teorie in riferimento al suo nome. Infatti, secondo alcuni esso deriverebbe dalla sua forma bizzarra e indefinita, secondo altri sarebbe stato un omaggio del fornaio suo creatore allo zio Giacomo. Da qui, infatti, il nome "barba giaco" e poi semplicemente "giaco".
A rischio di scomparsa, attualmente questo pane viene prodotto da un numero ristretto di fornai.