/ Al Direttore

In Breve

Al Direttore | 29 aprile 2023, 12:23

Mirella Giai, “una persona eccezionale vicina a immigrati, poveri e diseredati”

Giorgio D’Aleo ricorda la senatrice scomparsa pochi giorni fa e legata al Pinerolese

Mirella Giai (nel riquadro)

Mirella Giai (nel riquadro)

Riceviamo e pubblichiamo il ricordo di Giorgio D’Aleo della ex senatrice Mirella Giai, scomparsa lo scorso 20 aprile a Rosario, in Argentina, all’età di 93 anni. Forte è stato il suo legame con il Pinerolese e il Museo dell’Emigrazione di Frossasco.

 

È un compito piuttosto arduo concentrare in qualche riga chi è e che cosa ha rappresentato per la nostra realtà pinerolese, per l’Italia e per l’Argentina la senatrice Mirella Giai, mancata pochi giorni fa.

Nata a Trivero, oggi provincia di Biella, dove il papà si era da poco trasferito per lavoro, ben presto tornò con la famiglia a Pinerolo, zona San Michele, dove ancora oggi c’è la vecchia casetta in cui visse la sua infanzia e nella quale – confidava - ha lasciato il cuore.

La storia di una persona eccezionale non è, dopo tutto, molto diversa per le sofferenze, rinunce e frustrazioni di tante donne e uomini che hanno vissuto l’esperienza della migrazione.

La peculiarità della vicenda umana della senatrice, però, origina dalle scelte sociali e politiche del nonno Giuseppe - già consigliere comunale socialista a Pinerolo dall’ottobre 1920 - e dal papà Federico Giai, che, con lo pseudonimo ‘Walter’ fu comandante partigiano della Brigata Garibaldi operativa nel Pinerolese.

Da questi suoi avi ereditò il forte impegno sociale e politico che, trasferitasi nel dopoguerra a Rosario, Argentina, esercitò nell’Inca (Istituto nazionale confederale di assistenza), fino ad approdarne ai vertici.

Fu molto attiva negli anni oscuri della dittatura Videla per proteggere, nascondere e far espatriare molti giovani destinati a tortura e morte come lo furono migliaia di ‘Desaparecidos’. In quegli anni, infatti, come Inca, seppe tessere, a questo scopo, contatti con il console italiano di Buenos Aires, Enrico Calamai (lo ‘Schindler’ dell’Argentina) per ottenere i documenti necessari.

Al tempo della Guerra delle Falkland-Malvinas (1982) fu tra i mediatori per la pace con l’allora Segretario dell’Onu Ban-Ki-Moon.

Per il suo costante impegno a favore degli immigrati, dei poveri, dei più diseredati (‘il mio modello - confidò - è Madre Teresa di Calcutta’) fu segnalata come candidata al seggio senatoriale cui fu eletta, non senza essere stata vittima di invidia e gelosia di altri candidati, nella XVI Legislatura (2008-2013).

Ma tra i vari nuovi impegni a Roma non dimenticò mai le proprie origini: nel 2009 fu tra i promotori della tutela giuridica delle Minoranze linguistiche facendosi promotrice di un disegno di legge volta ad inserire la Lingua Piemontese tra le lingue giuridicamente riconosciute.

Segnalata al Premio Pietro Conti per un suo scritto ‘Sono nata in un paesetto del Piemonte’, fu insignita nell’edizione 2005-2006 del premio della Regione Piemonte ‘Piemontese nel Mondo’.

Le furono riconosciuti prestigiosi attestati come il ‘Reconocimento’ da parte della Camera dei Deputati argentina e del Comites (Comitato degli Italiani all’Estero).

È stata tra i più affezionati sostenitori del Museo dell’Emigrazione dei Piemontesi nel Mondo cui ha anche fatto dono di importante materiale.

“Una cara e grande amica, una piemontese e pinerolese orgogliosa, una vigorosa rappresentante degli Italiani all’Estero nel suo ruolo di senatrice della Repubblica e di membro di diverse realtà associative; ricordo la sua franca parlata piemontese a testimonianza della sua semplicità e della fedeltà alle radici. Ricordo il suo omaggio al Monumento ‘Ai Piemontesi nel Mondo’ di San Pietro Val Lemina con una targa in bronzo quando venne eletta Senatrice. A Mirella rivolgo un pensiero affettuoso e un ringraziamento per l’impegno di tutta una vita”. Questo il commosso saluto di Michele Colombino, Presidente dell’Associazione Piemontesi nel Mondo e primo Presidente del Museo regionale dei Piemontesi nel Mondo.

L’ultimo impegno della sua intensissima esistenza è stata la carica di Coordinatrice mondiale per le Pari Opportunità del Maie, carica che, fino all’ultimo, ha svolto con passione e competenza. In una sua intervista, affermava: “La donna emigrata è stata a lungo castigata anche dalla memoria storica: l’emigrazione per tanto tempo è stata descritta come una esperienza vissuta dagli uomini. Eppure il ruolo delle donne nell’emigrazione è fondamentale. Senza la loro presenza - qualcuno azzarda - non si sarebbe neppure potuto parlare di emigrazione italiana all’estero così come è stata”.

Giorgio D’Aleo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium