Un’arte fatta di legami e amicizie, che oltrepassa i confini dei musei e delle cornici per essere ammirata da chiunque. Il vigonese Riccardo Colombo, in arte ‘Ten’, racconta il suo percorso nell’arte urbana fino alla mostra di Hong Kong riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Ten, classe 1977, ama disegnare fin da piccolo, appassionandosi particolarmente alla geometria, e per questo sceglie di diplomarsi come geometra all’Istituto Buniva di Pinerolo. “Non esisteva ancora il liceo artistico, e questo era l’unico modo per coltivare la mia passione nel disegno tecnico – spiega –. Erano compiti che non mi pesavano mai, passavo le ore a curare forme, linee e dettagli e amavo trascorrere il mio tempo così”. Continua poi il percorso didattico al Politecnico di Torino, studiando comunicazione visiva, tecniche e arti della stampa, e all’Accademia di Belle Arti, dove si laurea in pittura con la tesi ‘Urbanrestyling’. Negli anni matura la passione per l’arte urbana, che si manifesta nei luoghi pubblici ed esterni, mantenendo sempre lo stile geometrico. “Attorno all’arte si è creata una rete di amicizie, che è andata a formare l’associazione di street art Pigmenti nel 2011: il mio percorso personale viaggia parallelamente e non si distacca mai da essa” racconta. Il collettivo Pigmenti sviluppa progetti artistici in Piemonte, tra cui lo Street Alps Festival, che ha portato nelle valli del Pinerolese decine di artisti italiani e internazionali a realizzare opere come quelle della piscina e del palazzetto dello sport di Pinerolo, o il gufo reale a opera dello stesso Ten ai giardini di piazza Muston di Torre Pellice.
Oltre il Pinerolese, Ten partecipa a festival di arte urbana, residenze artistiche, esposizioni nazionali e internazionali in musei e gallerie, tra cui la mostra personale ‘Fauna solo show’ alla galleria norvegese Bart nel 2015, interventi a Kathmandu su pareti colpite dal terremoto del 2015, ospitate alla residenza artistica Art BB di New York nel 2016, e la mostra collettiva internazionale ‘This is not a zoo’ nel 2020, al Museo di Storia Naturale di Tenerife. Nel 2017 inizia a creare le prime opere legate al progetto ‘Cromoblock’, formate da tavole magnetiche dove vengono posizionati poligoni in ferro che compongono immagini tridimensionali: “È una sorta di gioco e opera d’arte – spiega –. I tasselli possono essere spostati e ricomposti a formare infinite rappresentazioni da chi fruisce dell’opera, che può intervenire direttamente diventando artista. E in questo mutamento e transitorietà il progetto si lega all’arte urbana, spesso effimera e transitoria”. Cromoblock è protagonista, durante la pandemia, di una mostra virtuale, e viene presentato ai Graphic Days di Torino: quest’anno, nei mesi di febbraio e marzo, è invece volato fino a Hong Kong alla mostra ‘Dis-play’, grazie alla collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Hong Kong e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
“L’arte urbana sta prendendo sempre più piede – afferma l’artista –, quando ho iniziato si trattava di opere pressoché illegali, senza permessi. Oggi invece sono le Amministrazioni a chiedere agli artisti di abbellire le città con questa forma d’arte, e possiamo finanziare il nostro operato grazie alle mostre di bozze e lavori preparatori nei musei”. Tornato a casa, Ten si è dedicato a un murales a Vigone, dove ha vissuto e frequentato la scuola dell’obbligo. L’opera, un panneggio teatrale, è un omaggio di Pierangela Rista al marito Francesco Pecco, fondatore dell’Unitre di Vigone e grande appassionato di teatro, deceduto il 18 aprile 2022. In estate, invece, lavorerà alla galleria Filippo Scroppo di Torre Pellice, dove si terrà anche una mostra di opere di street art di artisti ospitati negli anni da Pigmenti.
Nonostante i successi internazionali, Ten mantiene il suo studio e le sue radici a Pinerolo. “Lavorare qui mi permette di dedicarmi all’arte senza troppe distrazioni, nella pace e nella tranquillità, mentre il contesto torinese dove ho vissuto per qualche anno era molto più caotico e dispersivo. È necessario mantenere contatti e legami a distanza, ma con i mezzi di comunicazione di oggi è molto facile. E poi amo tantissimo la montagna, e non la posso abbandonare” conclude Ten.