A Pinerolo ItaliaViva e Azione si sono messi insieme ben prima che a livello nazionale. Gli attivisti hanno precorso i tempi, ma si sono dovuti anche misurare con delle difficoltà e con delle delusioni. Oggi seguono la vita amministrativa fuori dal Palazzo, perché il loro progetto politico ha mancato per poche decine di voti, l’elezione in Consiglio. Ma si stanno preparando alle sfide futuro.
Dal tramonto di Pinerolo rinasce ai Riformisti
Alle Comunali del 2021, ItaliaViva e Azione, dopo il naufragio del progetto Pinerolo rinasce, si sono fuse nella lista Riformisti per Pinerolo, inserendosi nella coalizione di centrosinistra per Silvia Lorenzino sindaco e ottenendo un 4%. Un percorso politico che ha anticipato in qualche misura il costante avvicinamento a livello nazionale tra i due leader Renzi e Calenda.
“ItaliaViva e Azione sono caratterizzate da due leader forti, ma comunque c’è un’unità di intenti a monte. L’obiettivo è di costruire un partito riformista. Chi nel Pd sosteneva Renzi, lo ha seguito. Chi ne era fuori, è andato con Calenda” riassume Luigi Pinchiaroglio, coordinatore locale di Azione, quindi l’incontro per lui, come per Stefano Ricchiardi e Caterina Manzi, coordinatori di ItaliaViva, è stato un passo naturale. E hanno parlato dell’esperienza pinerolese agli esponenti provinciali e regionali dei partiti.
Il progetto che i tre avevano in mente per le elezioni comunali del 2021, però, era più ampio: era inserito sotto il nome ‘Pinerolo rinasce’ e aveva anche un candidato sindaco alternativo, Roberto Prinzio.
Quel simbolo, però, non è mai finito sulla scheda. L’addio dei popolari vicini all’ex onorevole Giorgio Merlo hanno spinto Prinzio a ritirarsi e ItaliaViva e Azione a creare una lista nella coalizione di centrosinistra. “La fine di ‘Pinerolo rinasce’, l’abbiamo vista come una sconfitta, perché ci abbiamo lavorato tanto – ammette Manzi –. Qualcuno però, non vedendo la prospettiva di un risultato più ampio, ha preferito buttarsi sull’usato sicuro”. Una delusione da cui i tre intendono trarre insegnamento per “non fare gli stessi errori in prospettiva, senza rinunciare ad allargare la base e dare una casa politica anche a chi si ritrova nei valori liberal-democratici e a quegli esponenti civici che oggi non hanno una collocazione”.
La difficoltà di essere fuori dal Consiglio
Il fatto di non avere nemmeno un esponente in Consiglio comunale è un problema che i tre hanno presente: “Mancano informazioni di prima mano e c’è il rischio che alcune persone non siano motivate a sufficienza, vista la poca visibilità politica – analizza Ricchiardi –. Ma noi vogliamo portare avanti iniziative che tocchino temi concreti e incontrare le persone sempre, non solo quando ci sono le elezioni, come un comitato elettorale che apre 30 giorni prima del voto”. Secondo Ricchiardi questa è una sfida per tutti i partiti, ma anche per il Movimento 5 Stelle, che ha visto “andare in crisi la sua base: il modello dei meet-up”.
Sviluppo territoriale e servizi ai cittadini
Per il Terzo Polo pinerolese due temi erano centrali in campagna elettorale: i servizi ai cittadini (dalla sanità al welfare aziendale) e lo sviluppo territoriale. Soprattutto questo secondo punto è un fattore di preoccupazione: “Non intravediamo una politica capace di prospettive dal punto di vista economico, industriale, commerciale e così via” sottolinea Ricchiardi. “La vicenda della ferrovia Pinerolo-Torre Pellice è un emblema, perché l’Amministrazione ha scelto di non scegliere e, nel frattempo, viaggiare nel Pinerolese è un disastro, che non favorisce l’attrazione di nuove attività”.
“Il Pinerolese ha bisogno di un progetto globale. Pinerolo come città di riferimento deve farsi attiva mettendo assieme le proprie esigenze e le vocazioni del territorio” indica Pinchiaroglio. Una strada che l’attuale Amministrazione, a loro giudizio, non sta seguendo, anche se i tre concedono l’onore delle armi al sindaco Luca Salvai: “Non possiamo rimproverargli di non metterci la faccia, ma è nel merito dell’operato politico che ci sono dei limiti”.