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Pianura | 30 settembre 2022, 10:40

Quando al dolore si aggiunge l’imbarazzo: mancano posti letto, all’Asl TO5 donne in stanza con uomini

Pazienti scombussolati e a disagio: succede all’ospedale Santa Croce, ma anche a Chieri. Una situazione che evidenzia quanto sia importante l’ospedale unico

ospedale santa croce di moncalieri

Mancano posti letto, al Santa Croce e all’Asl To5 donne in stanza con uomini

Il sovraffollamento degli ospedali e strutture sempre più inadeguate, perché vetuste e poco moderne, sollevano un caso nella sanità piemontese: le pazienti donne, ricoverate insieme agli uomini, in reparti con “stanze miste”.

Da Chieri a Moncalieri, donne con uomini nei reparti dell’Asl To5

Situazioni poco gradite a chi, per i più disparati motivi, si ritrova ricoverato in ospedale. E che, alla preoccupazione per il proprio stato di salute, aggiunge l’imbarazzo di dover condividere gli spazi con una persona dell’altro sesso. E’ quanto sollevato da alcune pazienti ricoverate a Moncalieri, all’ospedale Santa Croce. Un caso isolato? No. Succede spesso nell’Asl To5, anche all'ospedale Maggiore di Chieri, dove il problema dei letti è noto e in un ordine di priorità si sceglie sempre di “curare”. Se si dovesse rispettare la suddivisione delle stanze in base al sesso, non vi sarebbero posti per tutti.

L’Asl To5 si interroga sulla questione spazi

Nel pronto soccorso, per ovvie ragioni, gli spazi sono sempre condivisi. Così come nel reparto di terapia intensiva, dove i pochi letti rendono necessario non fare distinzioni. Purtroppo però, anche in chirurgia e medicina non mancano casi di donne costrette a condividere con uomini stanze e bagni. Pazienti con letti messi frontali e non paralleli, costretti a vedere il compagno/a coperto solo da un camice o da un paravento.

Una situazione che, unita a bagni senza doccia, armadietti privati di attaccapanni, televisori assenti, ribadisce la necessità di un restyling di strutture sempre più datate. Nessun disagio invece all’Asl To3, To4 e Asl Città di Torino.

L'interminabile attesa per l'ospedale unico

Da anni il territorio dell'Asl To5 aspetta il nuovo ospedale unico per far uscire da una situazione di emergenza i suoi nosocomi. Sembrava che la soluzione fosse imminente nel 2018, con il via libera della giunta Chiamparino al progetto di costruzione nell'area di Vadò, tra Moncalieri e Trofarello, ma l'anno seguente, dopo che la guida della Regione è passata al centrodestra, tutto si è bloccato. Tra nuove perizie, studi e rinnovate ipotesi, come quella di edificare l'ospedale a Cambiano, il sito passato in pole position in questa corsa al rallentatore, soluzione che ha sollevato la rabbia di molti amministratori

Nei giorni scorsi sembrano esserci state delle novità. “Dopo le elezioni riprendiamo in mano il dossier sull’ospedale unico dell’Asl To5”, ha assicurato il presidente della Regione Alberto Cirio in un faccia a faccia casuale con il suo predecessore Sergio Chiamparino, attuale consigliere del Pd a Palazzo Lascaris, avvenuto venerdì 23 settembre, ultimo giorno di campagna elettorale, al mercato del centro storico di Moncalieri.

Cirio non si è sbilanciato, assicurando di voler mantenere in agenda il progetto. Nessun’altra promessa. Mentre l'ex governatore, da parte sua, prende atto dei tempi che inesorabilmente sono slittati su tutto il piano di edilizia sanitaria. Ed attende buone nuove, come i politici ma soprattutto i cittadini della cintura sud di Torino: la pandemia ha dimostrato che l'ospedale unico è una necessità assoluta.

Andrea Parisotto e Massimo De Marzi

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