A visitare nell’ambulatorio di Porte è rimasto solo un medico di base e gli orari di apertura si sono ridotti a 2 ore, al mercoledì.
Da quando la dottoressa Anita Tarascio, che faceva 5 ore e mezza, è andata in pensione, a fine anno, i portesi hanno dovuto fare i conti con un disagio che il sindaco Simone Gay ha fatto presente all’Asl To3 in un recente incontro: “La nuova dottoressa Elisa Peyrot ha preso in carico i pazienti di Tarascio, ma ha scelto di non aprire più lo studio a Porte, quindi i nostri anziani si devono spostare a Perosa Argentina ed è un problema”.
Gay precisa che la sua non è una polemica contro il nuovo medico, che si divide tra Perosa, Perrero e Prali e si è dimostrato “disponibile”, ma ha chiesto un aiuto all’Asl per garantire un servizio più comodo a una popolazione che è in prevalenza anziana.
Un problema, quello della presenza e della collocazione dei medici di base, che tocca profondamente le Valli Chisone e Germanasca, come sottolinea Marco Ventre, presidente dell’Unione dei Comuni: «È uno dei temi fondamentali e l’Asl sa come la pensiamo». Stando ai regolamenti e alla burocrazia, però, il territorio non ha carenza di medici, perché non ci sono abitanti senza assistenza: “Non possiamo richiedere più medici alla Regione e nemmeno ci sono appigli contrattuali per far sì che aprano lo studio in un Comune piuttosto che in un altro” precisano dall’azienda sanitaria.
Il Comune di Porte, dal canto suo, sarebbe disposto anche a un investimento per migliorare l’attuale ambulatorio di via Lossani 8: “Ci sono problemi di ricezione del segnale telefonico e noi ci siamo già mossi per risolverlo con un’antenna, che migliorerebbe anche la connessione Internet, ma è un investimento che possiamo fare solo se c’è un servizio adeguato che viene fornito ai portesi” conclude Gay.