Circa 1.000 spettacoli tra Italia, Paesi europei, America latina e Stati uniti. Quasi un centinaio tra attori, figuranti e collaboratori, che hanno messo in scena 115 copioni toccando 180 località diverse. È 50 però il numero importante, quest’anno, per il Gruppo Teatro Angrogna che celebra, in una manifestazione in programma domani, sabato 30 aprile, il mezzo secolo di attività.
Nato dalla Filodrammatica valdese di Angrogna, il gruppo di attori si ‘laicizza’ per debuttare sul palco della Sala unionista del capoluogo di Angrogna nella notte di natale del 1972 con lo spettacolo ‘La signora Brown’. “Chi l’avrebbe detto di arrivare fino a 50 anni?” domanda con soddisfazione Jean Louis Sappé, co-fondatore del gruppo assieme alla moglie Maura Bertin, a Raffaella Barotto, Giampiero Bertalot, Silvano Bertin, Valdo Bertin, Sergio Buffa, Renato Chiavia, Delio Long, Renato Peraldo, Luciano Pons, Giacomo ‘Ketu’ Rivoira, Eliana Sappé, Ezio Sappé, Marisa Sappé, Piermario Sappé.
La perdita del termine ‘valdese’ nel nome a quel tempo provoca qualche critica, ma riflette la scelta precisa degli attori: “È stata la strada per aprirci a tutta la popolazione di Angrogna, anche quella cattolica, e all’intera vallata” ricorda Sappé. La loro scelta viene premiata perché con il tempo cominciano a salire ad Angrogna anche attori di Villar Pellice, Rorà, Bricherasio, Bibiana, San Secondo, Pinerolo e San Germano Chisone.
Oggetto di tesi di laurea e di pubblicazioni, la loro storia verrà ripercorsa sabato 30 a partire dalle 15 con un incontro in piazza del municipio a San Lorenzo, capoluogo di Angrogna, sotto l’ala comunale e nella sala delle associazioni. Le tappe salienti delle loro vicende verranno raccontate attraverso due volumi di nuova pubblicazione: il ‘Quaderno del Centro di Documentazione’, scritto Giuseppe Platone, dal titolo ‘50 anni del Gruppo Teatro Angrogna’ e ‘Un teatro di libertà’ degli stessi Jean Louis Sappé e Maura Bertin.
I momenti della manifestazione saranno scanditi da musiche e danze tradizionali suonate al ‘semitoùn’ da Marco Rovara e verrà proiettato ‘Ninna nanna della guerra’, film realizzato nel 1986, da Rai 3, con la regia di Sergio Ariotti, su uno spettacolo del Gruppo Teatro Angrogna. Nel film recitano gli attori del gruppo e diversi abitanti del posto fanno da comparsa. “Si tratta del secondo film girato con la Rai, dopo ‘Pralafera 1920’. Eravamo in piena emergenza Chernobyl e la storia racconta proprio del clima di paura per il nucleare e dei movimenti per il disarmo” spiega Sappé.
L’attenzione per i temi sociali, e per le lingue minoritarie nelle vallate, il francese e il patois, caratterizzano da sempre i testi scritti dal gruppo che non ha mai smesso di recitare, nonostante il rinnovo costante dei membri: “Siamo rimasti in cinque del nucleo originario ma sono sempre arrivate forze nuove, questo ci ha permesso di rimanere attivi. Nel 2017, ad esempio, abbiamo fatto ben 50 spettacoli” sottolinea Sappé. Ciò che agli attori è rimasto impresso, in tutti questi anni sulla scena, sono stati gli incontri: “Ci abbiamo riflettuto recentemente: i momenti più emozionanti sono stati proprio gli incontri con il pubblico” rivela Sappé. Tra questi, due in particolare sono rimasti nel cuore del co-fondatore: “Nel 1992 abbiamo recitato in piazza a Riesi, davanti al giudice Antonino Caponnetto, uno dei primi a guidare il Pool antimafia. Era l’anno della strage di Capaci e di via d’Amelio e avevamo organizzato lo spettacolo assieme alla compagnia danese Rogen Teater all’indomani dell’uccisione del magistrato Paolo Borsellino. Assieme a noi, decise di raggiungere la Sicilia per esibirsi, anche il gruppo francese di Cucuron”.
Il secondo invece è più recente: “Mi ricordo le lacrime commosse di Francesca, una giovane studentessa del Liceo Porporato di Pinerolo, intervenuta per parlare al termine del nostro spettacolo sulla Costituzione. Con noi condivideva l’amore per il testo costituzionale. Era a fine dell’anno scolastico 2011/2012”.