A Torino oltre l'11% degli imprenditori è stato vittima di usura o conosce un collega del quartiere che ha subito episodi di estorsione. Ed il rischio di racket preoccupa il 22% dei commercianti del capoluogo piemontese, così come i colleghi delle altre città metropolitane.
"I fenomeni illegali alterano la concorrenza"
Numeri forniti da Confcommercio, in occasione dalla 9° Giornata nazionale “Legalità, ci piace”.
“I fenomeni illegali come contraffazione, abusivismo, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, corruzione - precisa Maria Luisa Coppa, Presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia - alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata”.
30mila imprese italiane a rischio usura
A livello italiano si stima che almeno 30mila imprese del commercio, della ristorazione e della ricettività sono oggi ad elevato rischio usura. L’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi quasi 31 miliardi di euro e mette a rischio circa 200mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari al 6,3%.
Il 52% considera degradata la periferia
E tra gli imprenditori del nord ovest aumenta, rispetto al 2021, il senso di insicurezza (+10%). Se l'usura è il fenomeno criminale percepito in crescita, i commercianti sono preoccupati anche dal degrado urbano. Il 52% delle imprese torinesi considera la periferia sporca e insicura: meglio il centro, dove la percentuale scende al 39,7%.