Il Parco Montano ancor più della strada provinciale, unica via totalmente asfaltata che permette di accedere in paese. Tra i luoghi che i rorenghi vorrebbero salvare in caso di calamità naturale, la strada è solo una delle priorità e non la più irrinunciabile: il parco a tre chilometri dal centro del paese, assieme al museo valdese in via Duca Amedeo, e ai pascoli degli Uvert, a circa 1.400 m s.l.m. sopra l’abitato, sono i luoghi che stanno più a cuore agli abitanti.
Il risultato dell’indagine condotta nell’ambito di una delle azioni del progetto Alcotra ‘Cuore Resiliente’, promosso dal Gal Escartons Valli Valdesi, ha sorpreso l’antropologa che questa estate ha intervistato i rorenghi con domande sulla valutazione dei rischi. I risultati sono stati presentati durante alcuni incontri conclusi a inizio mese: “L’azione pilota del progetto ‘Cuore Resiliente’, che ha coinvolto Rorà, è funzionale allo sviluppo e alla sperimentazione di un approccio innovativo per la gestione dei rischi naturali e l’adattamento ai cambiamenti climatici – spiega Susanna Gardiol, direttore del Gal –. Il paese è stato scelto per la presenza di aziende in zone a particolare rischio idrogeologico, perché l’obiettivo è anche quello di renderle consapevoli e coinvolgerle nella gestione partecipata dei rischi naturali”. In sostanza, per la prima volta, la mappa dei rischi idrogeologici del paese è stata sovrapposta a quella dei punti che i rorenghi vogliono proteggere e che percepiscono più in pericolo.
Ciò che ha stupito prima di tutto Delfina Arcostanzo, consulente della Seacoop, l’antropologa che tra fine agosto e settembre ha intervistato i rorenghi, attraverso questionari e intercettandoli in piazza e al bar, è la scala di priorità condivisa dagli abitanti: “Immaginavamo che la priorità sarebbe stata la strada provinciale di accesso al paese, invece il rischio di una sua interruzione a causa di una calamità naturale è sottostimato rispetto alla nostra previsione – racconta Arcostanzo –. Gli abitanti, infatti, hanno sviluppato strategie adattive perché è diffusa l’abitudine ad incontrare difficoltà nel raggiungere il paese”.
Tra i primi luoghi da difendere dalle calamità naturali c’è il Parco Montano: “Pur essendo in una zona periferica rispetto all’abitato, dall’indagine risulta che il suo valore sociale culturale per la comunità è altissimo”.
La prima ad aver fatto tesoro dei risultati dell’indagine è il sindaco di Rorà, Claudia Bertinat: “Prenderemo spunto dall’indagine di Seacoop per valorizzare i luoghi indicati dagli intervistati e stiamo partecipando a bandi per trovare le risorse necessarie”. Si partirà dal Parco Montano dove un tecnico forestale ha fatto un sopralluogo: “Lì sono da abbattere gli alberi pericolanti, è necessario pulire le canaline per lo scolo dell’acqua e realizzare una palizzata per consolidare un punto in cui c’è stata una frana”. Un altro luogo che sta a cuore ai rorenghi, e che necessita di un intervento, è quello degli Uvert: “In quella zona bisogna recuperare il pascolo facendo pulizia di rovi e rododendri”.