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Attualità | 15 febbraio 2022, 12:19

Danneggiato da un mezzo pesante, il cippo ‘adottato’ dai torresi di Chabriols è da riparare

La settimana scorsa un abitante del posto aveva segnalato l’accaduto su Facebook, oggi l’ufficio tecnico comunale ha disposto un sopralluogo

Il cippo danneggiato

Il cippo danneggiato

Il portafiori e la spada fiammeggiante, simbolo del movimento politico antifascista Giustizia e Libertà, giacciono ancora a terra, ai piedi del cippo da cui sono stati divelti la scorsa settimana, a Chabriols, frazione di Torre Pellice. A segnalare il danneggiamento del monumento - che ricorda sei giovani partigiani uccisi il 9 agosto del 1944 - era stato un cittadino della zona con un post su Facebook e, nei giorni successivi, qualcuno aveva appeso un foglio sui nomi delle vittime, chiedendo che il cippo venisse aggiustato.

Gli abitanti di Chabriols sono affezionati al quel monumento e sperano che chi l’ha rovinato si faccia avanti.

“I residenti nella zona hanno sempre avuto cura del cippo, sostituendo la bandiera italiana che sventola al di sopra, ogni volta che è deteriorata, cambiando i fiori, e commemorando le vittime ogni 25 aprile – racconta Roberto Rigano, consigliere comunale di Torre Pellice e membro dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) –. Addirittura, qualche tempo fa, una donna che abita lì vicino ha realizzato un cartello per rievocare il contesto storico, la cattura e l’uccisione dei sei partigiani che provenivano da Torino e dai paesi limitrofi e che furono catturati alla Conca del Prà”.

Quasi con certezza il cippo, lungo la strada provinciale 161, vicino alla fermata dei bus, è stato danneggiato dal passaggio di un mezzo pesante. Ieri, lunedì 14 febbraio, l’ufficio tecnico comunale ha fatto un sopralluogo e sta verificando di chi sia la proprietà: se dello stesso ente o dell’Anpi. Nel frattempo, però, nessuna assicurazione si è fatta avanti con il Comune e l’autista potrebbe non aver denunciato l’accaduto.

“Dispiace che il cippo sia stato danneggiato: rappresenta un pezzo di memoria collettiva che va mantenuta, mi auguro che si faccia vivo chi ha provocato il danno afferma Rigano –. Auspico inoltre che i tempi per il ripristino non siano lunghi, per quello poco più sopra, che ricorda Alcide Arnoulet, ci sono voluti 3 o 4 anni per rimetterlo in sesto dopo un incidente stradale”.

Marco Bertello

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