È stato il punto di riferimento di generazioni di parrucchieri pinerolesi, un uomo che ha abbandonato la fabbrica per lanciarsi nel modo dei prodotti per capelli e della cosmesi, rafforzato dalle competenze della moglie. Così sul territorio è ricordato Piero Luigi Giordano, chiamato da tutti ‘Piero’, scomparso domenica 23 gennaio all’età di 88 anni. Originario di Luserna San Giovanni, è stato il fondatore della ditta Giordano che, partendo da un negozio in via Turati a Pinerolo, condotto con la moglie Bruna Boretto, è diventata un’azienda in cui oggi lavorano una trentina di dipendenti, una decina di rappresentanti, e che opera in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
“Mio padre lasciò la fabbrica per il nuovo lavoro confortato dalle competenze di mia madre che era parrucchiera” ricorda il figlio, Fabio Giordano. Erano gli anni settanta e il contesto economico era molto diverso da quello attuale: “Mio padre alternava il lavoro di vendita in negozio e quello sul territorio. Il mondo dei prodotti di profumeria e per capelli era molto diverso allora: c’erano pochissimi marchi”. La ditta cominciò a crescere: “Non si è trattato solo di una congiuntura economica favorevole – sottolinea Fabio Giordano –: i miei genitori hanno sempre avuto due valori prioritari: l’umiltà e la voglia di lavorare”.
‘Piero’ è ricordato dai parrucchieri come una presenza costante, sia in azienda, sia sul territorio: “Possiamo dire che lui abbia lavorato con tre generazioni di parrucchieri” sottolinea il figlio.
Fabio e Paolo Giordano sono ‘cresciuti’ in negozio e si sono trovati coinvolti nell’attività quasi senza accorgersene. Il loro ingresso ufficiale in azienda, negli anni novanta, ha contribuito alla crescita dell’impresa: “È utile l’incontro di generazione diverse: lavorare con i figli vuol dire confrontarsi e prendere nuove scelte” afferma Fabio Giordano. Benché passasse gran parte del suo tempo in azienda, come testimoniano i figli: “Praticamente viveva in magazzino, lavorava anche la domenica: era la sua vita”, ‘Piero’ fu anche un gran giocatore di bocce, gareggiando a livello agonistico. “Inoltre amava molto viaggiare con mia mamma, ma la passione numero uno per lui rimaneva il lavoro – ricorda il figlio –. Vivere in un ambiente come quello del mondo della bellezza, dove hai l’occasione di incontrare giovani, per lui era anche un piacere e un divertimento. Ma ciò che lo caratterizzava era sempre l’umiltà e la dedizione”.