È andato ai cancelli dell’Skf di Villar Perosa senza green pass e ora vuole fare vertenza all’azienda per tornare a lavorare.
Siro Divina, cinquantasei anni, di Pinerolo lavora in Skf, stabilimento Avio, da ventisei anni. Venerdì scorso, quando è scattato l’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro, si è presentato ai tornelli dell’azienda, che servono per far entrare il personale e ogni tot si bloccano per controllare il possesso del certificato verde.
“Avrei potuto entrare e fare finta di nulla, non era detto che sarei stato sottoposto a controllo. Ma ho proprio voluto affrontare la situazione a viso aperto – sottolinea Divina –, ho fatto presente al capo del personale che non avevo il green pass, e che volevo semplicemente entrare e svolgere il mio lavoro, com’è nel mio diritto, e come faccio da ventisei anni a questa parte”.
Il capo del personale, però, ha ribadito le regole introdotte dal Governo e gli ha impedito di entrare: “Gli ho spiegato che non intendevo vaccinarmi, per quella che è una mia libera scelta per altro garantita dalla legge” spiega. Ma nemmeno pensa a fare il tampone ogni due giorni, come prevede la normativa del green pass: “Non intendo sottostare, per questo motivo, ad un ricatto che mi costringe di fatto a pagare per poter fare il mio lavoro. Ho quindi deciso di contattare il sindacato a cui sono iscritto”.
Divina non intende mollare e vorrebbe fare una vertenza all’azienda. Intanto ha già fatto sapere che, se non cambieranno le regole, non tornerà a lavorare fino al prossimo mese di gennaio. Ha anche consegnato una lettera scritta nella quale spiega le proprie ragioni con tanto di riferimenti ad articoli di legge e alla convenzione europea dei diritti dell’uomo: “Non si tratta di semplice questione ‘vaccino sì, vaccino no’, ma di un discorso di libertà personale, che oggi riguarda la vaccinazione anti-Covid, domani chissà. Per questo ho intrapreso con convinzione una battaglia che ritengo riguardi tutti quanti” conclude.
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