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Economia e lavoro | 08 luglio 2021, 15:12

Stellantis, il futuro dell'elettrico in Italia, ma non a Mirafiori: la gigafactory va a Termoli

L'annuncio sulla fabbrica di batterie è stato fatto da Tavares in occasione dell'Ev day. Una seconda doccia fredda dopo l'incontro col governo con Melfi al centro dell'attenzione

Bandiere di uno stabilimento Stellantis

La gigafactory di Stellantis non sarà a Torino, ma a Termoli

Se il futuro dell'auto va verso l'elettrico (e le motorizzazioni green), Stellantis ha fatto la sua scelta: in questo futuro non c'è Torino. O meglio, ci sarà solo in minima parte. L'ufficialità è arrivata in occasione dell'Ev Day, che ha visto oggi i vertici del gruppo nato da Fiat Chrysler e Peugeot-Psa esporre i progetti per il futuro in questa direzione: l'ad Carlos Tavares non ha usato mezzi termini: "La gigafactory sarà a Termoli". Un evento a pochi giorni dal Mirafiori Day, in cui invece la Fiom Cgil (insieme a politici e istituzioni come il Politecnico) avevano ribadito con forza la candidatura dello storico stabilimento torinese a ospitare la fabbrica di batterie.

Le strategie per il futuro puntano a Sud. E Torino?

Secondo quanto detto da Tavares (Stellantis ha garantito 30 miliardi di investimenti nell'elettrico entro il 2025), dunque, la giga factory va a Sud, seguendo la scia che ha portato già nell'incontro con il Governo a parlare soprattutto del futuro e dei modelli che interesseranno lo stabilimento di Melfi. Scenari che preoccupano, anche nell'ottica che vorrebbe dei cambiamenti più ampi, con l'ottimizzazione degli stabilimenti torinesi (per esempio Grugliasco, dove c'è Maserati).

I sindacati: "Buona notizia per l'Italia". Ma mamma Fiat non è più qui

A due velocità, le valutazioni dei sindacati. Da un lato, c'è il comprensibile senso di soddisfazione per una scelta che porta l'Italia al centro dei progetti di Stellantis, ma sull'altro piatto della bilancia pesa l'assenza di Torino. "L’abbiamo ribadito e richiesto in tutti i tavoli negoziali e di confronto che abbiamo avuto nelle ultime settimane con Stellantis e con il Governo Italiano. L’obiettivo principale era fare in modo che la Gigafactory di Stellantis fosse localizzata nel nostro Paese - dicono Roberto Benaglia segretario generale Fim Cisl e di Ferdinando Uliano segretario nazionale responsabile settore auto -. La Gigafactory in Italia è un passo importante nella direzione giusta. E’ un atto di responsabilità e di fiducia verso i lavoratori italiani di Stellantis che in tutti questi anni hanno contribuito, insieme al sindacato e in primis alla Fim-Cisl, per risanare e rilanciare, Fiat Chrysler e collocarla nella fusione con Psa, nel quarto grande gruppo automobilistico mondialeDiventa fondamentale agire poi sul fronte del futuro piano industriale di Stellantis, che insieme al progetto di elettrificazione illustrato e agli importanti investimenti annunciati, dovrà garantire la saturazione degli impianti e la piena occupazione degli stabilimenti italiani".

E Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, aggiunge: “L’annuncio della costruzione in Italia della Gigafactory conferma l’impegno di Stellantis nel nostro Paese: sta prendendo forma il nuovo piano industriale, già emersi con le assegnazioni produttive nella fabbrica di Melfi oggetto di un recente accordo. Si tratta di passi importantissimi per l’industria e per i lavoratori italiani".

Ma Edi Lazzi, segretario generale di Fiom Cgil Torino, fa notare che "sicuramente si tratta di un risultato straordinario per il nostro Paese, anche se continuo a pensare che l’allocazione ideale era proprio Mirafiori per le ragioni ricordate durante la nostra manifestazione di lunedì. Adesso bisogna immediatamente iniziare a ragionare su quale missione produttiva per gli stabilimenti italiani complessivamente e in particolar modo per quelli torinesi. A Torino per Stellantis lavorano ancora direttamente 14.000 persone serve un piano complessivo e molto ambizioso per gli operai e gli impiegati che sono il 50% del totale. Non possiamo affrontare la questione singola realtà per singola realtà, serve una visione d’insieme per evitare che venga spogliata la margherita e migliaia di lavoratori siano lasciati in balia di loro stessi. Torino ha già pagato un prezzo altissimo. Ecco perché serve che il governo giochi un ruolo fondamentale nel condurre questa transizione e interloquire con il gruppo per avere una missione per tutti. Noi come Fiom-Cgil di Torino continueremo a fare la nostra parte".

Davide Provenzano, segretario provinciale Fim Cisl parla di Torino che "era ed è la candidata migliore per ospitare un tale investimento per via della sua storia industriale, per le competenze dei suoi dipendenti e per il sistema scolastico che gravita intorno alla città. Adesso servono risposte con missioni produttive nuove e chiare  per tutti i siti torinesi a garanzia dei volumi e dell’occupazione, il piano industriale va presentato nella sua interezza e non un pezzo alla volta. Continuiamo a chiedere un nuovo modello che possa garantire crescita e sviluppo".

"Certamente è la conferma dell'impegno di Stellantis in Italia e della volontà dell'Azienda di continuare ad investire sul suo sistema produttivo - dice il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici Antonio Spera - oggi registriamo e rimarchiamo la necessità e il bisogno di altre ulteriori conferme sugli stabilimenti di meccanica. La crisi che sta colpendo l’automotive e sulle ripercussioni che potrebbero interessare i diversi siti Italiani, dovuto anche alla transizione verso l’elettrificazione mette oggi il sindacato di ribadire che urge la massima attenzione di tutti in questa fase delicata, dove il piano industriale di Stellantis, deve necessariamente tenere conto di tutti i siti produttivi".

E Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal: "Il fatto che si sia scelto il sito di Termoli dimostra che avevamo ragione quando abbiamo richiesto con forza al ministro Giorgetti, in sede ministeriale, di agevolare in tutti i modi la costruzione della Gigafactory in Italia".

I numeri del primo semestre 2021

Accanto ai progetti, poi, Stellantis ha anche messo sul tavolo i numeri della prima metà dell'anno. Cifre che riassumono come, grazie all’andamento positivo dei prezzi e al mix di prodotto favorevole, oltre a un controllo dei costi (nonostante l'aumento delle materie prime) i margini di profitto operativo rettificati per la prima metà del 2021 dovrebbero superare il range di previsione tra il 5,5% e il 7,5%. Sempre per la prima metà del 2021, in linea con le aspettative comunicate parlando dei risultati del primo trimestre 2021, Stellantis si attende flussi di cassa industriali negativi a causa dell’impatto negativo prodotto dai volumi di produzione inferiori alle previsioni sul capitale circolante netto. Ma anche un inizio molto promettente nell’attuazione delle sinergie, che dovrebbe contribuire in misura sostanziale alle performance dell’intero anno, che dovrebbe comunque chiudersi con il segno più.

La politica: "Occasione persa, eravamo sede naturale"

E non si sono fatte attendere le reazioni da parte della politica: “Una grande occasione persa - ha scritto su Twitter Stefano Lo Russo, candidato sindaco per il centrosinistra - non riconoscere a Torino il suo ruolo di sede storica nell’innovazione e produzione automobilista è un grave errore".

E Mino Giachino rincara la dose: "Sconfitta pesante per Torino e per il suo futuro. Coloro che hanno difeso Torino e il suo futuro sono pochi. Ora si capiscono le assenze a Mirafiori lunedì mattina".

Dai parlamentari piemontesi, poi, l'appello a una voce sola: "L’annuncio ci lascia con l'amaro in  bocca - dicono Luca Carabetta, Federico Fornaro, Silvia Fregolent, Stefano Lepri, Elena Maccanti, Augusta Montaruli e Claudia Porchietto -. Siamo delusi che non si sia voluto condividere un progetto per il rilancio di un territorio che ha fortemente contribuito a costruire la credibilità industriale italiana. Ora però Stellantis e il Governo trovino il modo per dare a Torino un ruolo industriale forte. Culla e capitale per decenni dell’automobile italiana, da troppo tempo è vittima di scelte e incentivi economici che avvantaggiano altri territori, fino a renderla oggi un’area di crisi industriale complessa. Come parlamentari piemontesi, continueremo insieme questa doverosa battaglia a difesa della comunità piemontese, da sempre generosa verso l’Italia".

"Prima Giorgetti affossa le speranze di 400 lavoratori ex Embraco, poi dopo il roboante pressing sul governo dei migliori da parte dei parlamentari di destra e sinistra si rivela un buco nell'acqua e  Torino perde la Gigafactory. Così non avremo né il polo Tecnologico dei compressori né la super fabbrica, ma in compenso nei bar potranno rispuntare le slot machine". Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo de L'Alternativa c'è in Commissione Lavoro.

Duro anche Silvio Magliano dei Moderati: "Gigafactory: Termoli batte Torino. Né il Comune né la Regione, pur avendo le due rispettive Giunte i piedi ben piantati in questo Governo, sono riusciti a portare a casa il risultato. Sconfitta e delusione gravissime, batosta assoluta per il nostro territorio. Chiederemo conto a Palazzo Lascaris e in Sala Rossa di questa ennesima occasione persa".

"Oggi Giorgetti (Lega) Superstar. Prima affossa le speranze di 400 lavoratori ex Embraco, poi regala la gigafactory a Termoli, nonostante lo schieramento di parlamentari di destra capitanati da Porchietto e Lepri. Però i piemontesi possono comunque essere contenti per l'operato della Lega. La verità è che in meno di 12 ore la Lega è riuscita ad affossare il Piemonte tre volte. La città ha perso una enorme occasione di sviluppo. Ad ottobre ricordiamocene quando saremo chiamati a votare", ha dichiarato Damiano Carretto, candidato Sindaco per Torino Verde.

Paolo Furia (Segretario Regionale del Pd) e Raffaele Gallo (Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale) hanno espresso il "disappunto del Pd piemontese per la scelta di non insediare la Gigafactory di Stellantis a Torino. Crediamo si debba segnalare una singolare e ben triste coincidenza: nelle stesse ore in cui la destra si vota la liberalizzazione del gioco d’azzardo in Consiglio regionale, dopo mesi di tensioni divisive, arriva la decisione di Stellantis di tenere la Gigafactory con relativi investimenti e effetti sull’occupazione in un altro posto in Italia, un posto che non è Torino. Ora ci aspettiamo che il nostro Piemonte, a partire dal Consiglio Regionale, sappia esprimere con forza la centralità dell’automotive e le esigenze concrete per attrarre investimenti e confermare livelli occupazionali attuali. Vi è purtroppo il rischio che Torino venga marginalizzata e noi non possiamo permetterlo".

L’Assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte Andrea Tronzano ha parlato di "una scelta aziendale che dispiace perché tutti abbiamo provato a incidere, ma non è stato sufficiente. Stellantis sono certo capirà che a Torino a lei conviene esserci. Su Gigafactory non ci arrendiamo perché potrebbe esserci un'altra opportunità su Scarmagno con Italvolt: se diventerà un progetto solido e concreto la Regione farà la sua parte".

"La notizia della scelta da parte di Stellantis è giunta come una doccia fredda per Torino", hanno scritto in una nota i parlamentari piemontesi di Forza Italia. "Ci aspettiamo che il Governo ci aiuti a comprendere quale futuro vede per una città che necessita di un serio piano straordinario di politiche industriali per essere rilanciata. È indispensabile - concludono i parlamentari - che il Governo convochi un tavolo per discutere con Stellantis".

Massimiliano Sciullo

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