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Economia e lavoro | 21 aprile 2021, 08:19

Ristoranti e bar all’aperto: le preoccupazioni della Val Chisone

I sindaci Ventre e Merlo chiedono attenzione alla montagna e ai suoi operatori, duramente penalizzati dalla pandemia

Uno scorcio di Pragelato

Uno scorcio di Pragelato

La Val Chisone guarda con preoccupazione alle misure per la ristorazione con decorrenza a partire dal 26 aprile per le Regioni in zona gialla.

Il provvedimento ancora non è stato approvato dal Governo, ma, come anticipato dal presidente Mario Draghi, l’intenzione è riaprire bar e ristoranti, sia a pranzo che a cena, ma solo negli spazi all’aperto.

In montagna, però, e anche a fondo valle, fra la fine di aprile e il mese di maggio le temperature non sono agevoli per consumare bibite e pasti all’aperto, soprattutto la sera, e più si sale di quota, più può essere un problema anche andando avanti verso l’estate.

Si inaspriscono così le preoccupazioni da parte di un settore già duramente provato da questa pandemia di Covid 19.

“Giovedì sera alle 20, come sindaci dell’Unione, ci troveremo, ed il primo punto all’ordine sarà proprio licenziare un testo contro questo nuovo provvedimento discriminatorio per troppe attività e troppi Comuni: nel nostro territorio, dal 26 aprile, non si può proporre alla gente di cenare all’aperto – Mario Ventre, Presidente dell’Unione Montana dei Comuni Valli Chisone e Germanasca, si fa portavoce del malumore di baristi e ristoratori – Noi, come amministratori, non molliamo, e ci auguriamo che questa volta verremo ascoltati. La pandemia è venuta ad aggiungere difficoltà in quello che già era un periodo di crisi economica, e nella gestione di quella che purtroppo è una convivenza con questo nuovo virus, è doveroso pensare che, quando si ripartirà, ci troveremo a raccogliere i cocci di questo lungo periodo di difficoltà, non dobbiamo permettere altra distruzione”.

La ricetta di Ventre, sono maggiori controlli: “In questo ultimo periodo, ho visto pochissimi controlli, quasi nessuno. È necessario che tutti possano tornare a lavorare, ma è doveroso farlo nel rispetto delle regole di sicurezza, perché il Covid 19 c’è, ed è un pericolo. Se si rispettano queste norme, si può lavorare, vivere, e tutelare la salute”.

Ovviamente più si sale di quota, più il provvedimento preoccupa, come si evince dalle parole del sindaco di Pragelato Giorgio Merlo, assessore alla comunicazione per l’Unione montana dei Comuni Olimpici Via Lattea: “Bisognerà verificare nel dettaglio il testo che verrà firmato, ma secondo quello che è stato anticipato dallo stesso Presidente Draghi, si tratta un’altra volta di norme penalizzanti per un comparto che di fatto ha già perso un anno di lavoro”.

A tal proposito, Merlo si è mosso con un comunicato stampa che invita a ragionare sulle evidenti possibilità di riapertura, legate alla temperatura.

“Se io la invito a cena a Pragelato, e dobbiamo mangiare all’aperto, forse lei mi dice ‘è meglio che scenda lei’ - Merlo prova a stemperare con una battuta, ma è seriamente preoccupato per l’intero comparto turistico, anche in vista dell’estate – Spesso in montagna anche in piena estate non è piacevole cenare all’aperto, e bisogna prendere provvedimenti subito, affinché invece le famiglie possano trovare le condizioni di scegliere le nostre belle montagne anche per le vacanze”.

Tatiana Micaela Truffa

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