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Economia e lavoro | 09 marzo 2021, 10:00

Il Covid "svuota" le case in affitto: senza studenti e lavoratori fuori sede, un alloggio su due resta vuoto

Il 10% delle abitazioni viene venduto dai proprietari che non trovano inquilini, mentre gli altri canoni si abbassano

Cartelli di affitto

La pandemia ha modificato anche le abitudini dei torinesi per il mercato degli affitti

Un alloggio su due, a Torino, resta senza inquilini. E la colpa - anche in questo caso - è del Covid. La pandemia, infatti, ha bloccato le università e le trasferte di lavoro (tra dad e smart working), ecco perché quasi il 50% delle case che all'ombra della Mole venivano prese in affitto da studenti o lavoratori fuori sede ora restano vuote. E anche lo stop al turismo contribuisce a fiaccare quella fetta di mercato che faceva riferimento agli affitti brevi.


Lo dice l'ultima indagine svolta da Fiaip Torino (la federazione che raccoglie tutti gli agenti immobiliari professionali) e l'effetto di questo fenomeno è molteplice. Se da un lato, infatti, molti proprietari preferiscono cercare di vendere la casa senza possibilità di locazione - capita in un caso su 10 -, dall'altro i canoni si stanno abbassando.

 

Chi non riesce ad affittare, preferisce vendere

In generale il 10% di chi traeva un reddito da un’abitazione ha deciso di vendere, perché in difficoltà nel fronteggiare le spese - spiega Luca Portinaro, delegato all’Osservatorio Fiaip Torino -. Nello specifico almeno il 60% dei proprietari di abitazioni affittate a turisti, studenti o lavoratori fuori sede, ha cambiato tipo di affitto”.

L’affitto cosiddetto transitorio è quello che più di tutti subisce il calo di domanda. “Nel 50% dei casi gli alloggi locati a studenti e trasfertisti - spiega Portinaro - sono rimasti vuoti, come congelati in attesa di tempi migliori. L’altra metà invece è confluita nel residenziale a lungo termine. Si ricerca quindi un conduttore che non sia più un universitario o un lavoratore fuori sede, bensì qualcuno che viva la casa più stabilmente. Una locazione di lungo periodo con un canone più basso”.

 

Anche il turismo è fermo al palo

E mentre la locazione transitoria si converte a residenziale, quella breve rivolta ai turisti slitta nel transitorio. “Circa due terzi degli alloggi affittati come casa vacanze sono confluiti nel mercato transitorio - sottolinea il delegato Fiaip -. Chi dispone di un bilocale, che prima della pandemia destinava al turismo, per recuperare parte delle spese e non lasciare l’immobile inutilizzato, è passato al contratto transitorio. Si tratta di alloggi di alto livello, ben arredati, accessoriati, in zone centrali o semi centrali, comunque ben servite. Entrando nella fascia della media durata questi immobili tendono a conquistare le preferenze in un mercato già ridotto all’osso. Per competere in questo comparto, i proprietari o investono sulla qualità del loro immobile o ne restano fuori".

Quindi oggi negli affitti, oltre esserci una maggiore scelta, l'offerta è qualitativamente più alta. Nel nuovo scenario, complessivamente i canoni calano e chi cerca una casa in affitto o pensa di cambiare quella in cui abita, può trovare interessanti soluzioni a prezzi convenienti.

Massimiliano Sciullo

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