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Economia e lavoro | 08 marzo 2021, 07:35

Turismo e commercio in ginocchio, il Covid colpisce le donne: calano le imprese in rosa in Piemonte

Il calo è dello 0,8%: rispetto al 2019 si contano 726 aziende in meno. La categoria sconta la forte presenza femminile nel comparto dei servizi

Donna manager al lavoro

Calo per le aziende guidate da donne in tutto il Piemonte

A ben guardare, forse era inevitabile che andasse a finire così. Con il 2020, infatti, l'effetto della crisi pandemica ha colpito con forza soprattutto i settori del terziario: dal turismo al commercio (e non solo). Inevitabile, dunque, che questo avesse ripercussioni evidenti sul mondo delle imprese al femminile, che proprio nei servizi trovano la loro principale collocazione. 

"Troppo" commercio e servizi: ecco la ferita nel comparto rosa delle imprese

La conferma arriva dai numeri di Unioncamere Piemonte, che nell'anno appena trascorso conta circa 726 aziende in meno in tutta la regione: da 96.591 a 95.879, per un tasso di diminuzione pari allo 0,8%.

Un colpo difficile da assorbire per una "categoria" che rappresenta più di un'impresa su 5 in Piemonte. Le aziende in rosa sono infatti il 22,5% del totale produttivo nella regione. Ma la zavorra è proprio la loro forte specializzazione nei settori del commercio (25%) e dei servizi alla persona (12%), quasi allo stesso livello dell'agricoltura (13,6%). La ristorazione, da sola, pesa per il 10%. Nel 11,4% dei casi sono guidate da straniere, il 10,8% è amministrato da giovani imprenditrici.

Il calo di quasi un punto è peggiore rispetto a quello del sistema imprenditoriale valutato nel suo complesso (-0,23%), ma anche di quello femminile nazionale (+0,1%) anche se l’imprenditoria femminile piemontese manifesta una maggiore vivacità, sia in termini di natalità (tasso del 5,5%, a fronte del 4,9% registrato per il totale delle imprese), che di mortalità (tasso del 6,3%, contro un 5,1%).

Andando ad analizzare i singoli settori, ecco che i cali più evidenti si riscontrano nel comparto agricolo (-2,5%), nel commercio (-2,1%) e (più contenuto) nell’industria manifatturiera (-1,1%). Il ritmo espansivo assume maggior intensità invece nel comparto delle costruzioni (+2,1%), nelle attività professionali scientifiche e tecniche (+2,2%) e soprattutto nelle attività finanziarie e assicurative (+5,1%).

La geografia del rosa: in testa Alessandria e Asti, in coda Torino

Analizzando il tessuto imprenditoriale femminile a livello geografico, la rilevanza maggiore si registra nei sistemi imprenditoriali di Alessandria (23,3%) e Asti (23,0%). A Novara e Verbania le imprese femminili rappresentano il 22,9% delle imprese provinciali, mentre a Cuneo e Vercelli l’incidenza delle imprese “in rosa” si attesta al 22,6%. A Torino (22,3%) e Biella (20,6%), infine, si rileva una presenza femminile inferiore alla media regionale.

Quanto alla dinamica esibita nel corso del 2020, si evidenziano variazioni negative per tutte le province. I dati più critici riguardano Vercelli (-2,1%), seguita da Alessandria, Cuneo e Verbania, tutte e tre con un tasso del -1,3%. Biella segna un calo del 1,1%. Orientato alla stazionarietà appare, invece, il risultato delle imprese in rosa di Asti (-0,5%), Novara (-0,5%) e Torino (-0,4%).

"Pari opportunità, ma anche volano di crescita per il territorio"

L’imprenditoria femminile riveste un ruolo fondamentale nell’economia del nostro territorio, mostrando una tenacia che sorprende da anni - commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte -. Il Sistema camerale dedica un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso le Camere di commercio piemontesi sono costituiti i CIF, Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, che, in collaborazione con enti pubblici e privati, si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo azioni per il miglioramento dell’accesso al credito per le imprese femminili, attività di formazione e indagini conoscitive per analizzare le dinamiche che caratterizzano il legame donna-impresa. Sostenere e incentivare l’imprenditorialità in rosa, oltre che essere necessario per una questione di pari opportunità, rappresenterà anche un volano di crescita economica per la nostra regione e il nostro Paese”.

Massimiliano Sciullo

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