Con la testimonianza di Bianca Cravioglio, all'epoca dei fatti dirigente dell'area Finanze, è ripreso stamani in tribunale il processo a Fabrizio Gatti, ex presidente di Finpiemonte, e ad altre sette persone.
Al centro del caso vi sono i 6 milioni di euro che, secondo l'accusa del pm Francesco Pelosi, furono dirottati dai conti della finanziaria della Regione per salvare dal fallimento la Gem Immobiliare, società in cui Gatti aveva degli interessi. Cravioglio ha raccontato che Gatti in persona, nel 2015, promosse l'avvio di contatti con Vontobel, istituto bancario di Zurigo. "Si trattava di cominciare con l'apertura di un conto deposito, ma l'ipotesi era, in futuro, di affidare un mandato di gestione patrimoniale". Soluzione che lasciò "perplessa" la dirigente, visto che non era in linea con il disciplinare di Finpiemonte.
Le pratiche per l'operazione Vontobel andarono avanti per mesi "e la direttrice generale, Maria Cristina Perlo, ci riferì che Gatti chiese per due volte perché non avessimo ancora concluso".
La bozza del contratto arrivò nel dicembre del 2015 e, secondo quanto ricostruito dal pm, aveva i connotati di un mandato di gestione patrimoniale. "Ci fu una riunione - ha raccontato Cravioglio - in cui fu sollevato il problema. Non c'erano i tempi tecnici per modificarlo perché Gatti, come ci disse la Perlo, voleva assolutamente concludere entro il 2015".
"Il legale di uno studio esterno cui ci eravamo affidati (Andrea Lanciani, ndr) propose allora di fare un 'addendum' in cui si spiegava che si applicavano le disposizioni previste dall'accordo quadro in conformità con il disciplinare". A gennaio del 2016 venne fatto un primo deposito di 60 milioni al 2% di interesse. Il termine di rientro era di tre mesi.