Scuola sicura: un progetto unico in Italia ma probabilmente anche in Europa, per la sua complessità e per i tanti attori coinvolti. E' stato presentato stamattina dalla Regione Piemonte e ha un obiettivo dichiarato: far ripartire la scuola perché rimanga in presenza.
Come? Attraverso un'importante azione di monitoraggio e contact tracing.
Coinvolgerà tutti i docenti e il personale ATA delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le agenzie formative, di tutte le scuole piemontesi. Su base volontaria, 83mila docenti e non docenti potranno sottoporsi a tampone, molecolare o rapido, a partire dal 4 gennaio e come previsione fino al 31 marzo. Le prenotazioni avverranno tramite i medici di base e il SISP garantirà una corsia preferenziale al mondo della scuola.
Sul fronte alunni, verranno coinvolti gli studenti di seconda e terza media. Un target individuato in particolare perché la didattica a distanza, per questa fascia di età, è risultata più complicata che per gli studenti delle superiori.
Ma come verranno coinvolti? Attraverso uno screening modulare a cluster, basato su sottogruppi delle intere classi e che coinvolgerà circa 75mila studenti, di cui si prevede un'adesione al 70% circa, che si traduce, in Piemonte, in 18 mila tamponi settimanali.
Ogni settimana il 25% di studenti di ogni classe si sottoporrà a tampone presso uno dei 70 hotspot della Regione presenti su tutto il territorio. "In termini pratici, chiediamo ai genitori di accompagnare i propri figli a fare il tampone una volta al mese", è stato specificato. Si parte l'11 gennaio e saranno i referenti Covid delle scuole medie a raccogliere le adesioni degli studenti.
Ancora, si darà spazio a progetti territoriali, che rispondano ad esigenze e realtà particolari o all'andamento dell'epidemia in quell'area della regione.
Importante il coinvolgimento del SISP (Servizio di igiene e Sanità Pubblica) delle varie Asl, con corsie che accelerino il tracciamento dei contatti, in modo da poter intervenire in tempi rapidi nel fermare la diffusione dei contagi e continuare a garantire la scuola in presenza.
Per "scuola sicura", che ha coinvolto, oltre che l'assessorato diretto da Elena Chiorino anche quelli alla Sanità e ai Trasporti, la Regione ha investito circa 7 milioni di euro, "segno - ha puntualizzato l'assessore - della grande attenzione di questa Giunta verso il mondo della scuola. L'auspicio è che si riparta per restare in presenza. Da parte della Regione lo sforzo va in questa direzione, perché vogliamo che gli studenti tornino in classe, ma in sicurezza".
Un lavoro corale, che ha coinvolto più assessorati, i medici di base, l'ufficio scolastico regionale e i sindacati.
Il professor Giuseppe Costa, tra coloro che hanno modulato le varie parti del progetto, ha spiegato che "la speranza è quella di scendere ai 200 casi al giorno, perché questo livello garantirebbe al sistema di controllo un'efficacia ottimale. Dentro il contesto epidemiologico, gli elementi su cui si gioca la possibilità di controllo sono la sicurezza interna della scuola, la didattica a distanza parziale e la segmentazione delle classi, i trasporti e la responsabilità dei ragazzi nelle frequentazioni parascolastiche. Questi elementi, aggiunti all'intervento sanitario di ricerca dei contatti, saranno il potenziale successo di "scuola sicura" e, speriamo, la garanzia di poter mantenere la scuola in presenza".