Con la costruzione di un bivacco e il ripristino e accatastamento di un nuovo tratto di sentiero, l’itinerario per escursionisti Anello delle Valli Valdesi – limitato per ora alla sola Val Pellice – avrà il suo collegamento con la Val Germanasca. Dovrà essere finito entro l’estate infatti il bivacco all’Alpe Infernet a 2.000 metri s.l.m.: un cantiere iniziato la scorsa settimana con il trasporto del materiale in elicottero (attrezzatura e struttura portante del bivacco) dal Colle delle Vaccera (1.461 m s.l.m.). Non c’è infatti strada carrozzabile che permette di raggiungere il luogo dove da un’antica baita ridotta a un rudere nascerà una nuova struttura.
«Sarà necessario ancora un volo a fine agosto per trasportare il materiale necessario alla copertura e uno a lavori terminati per riportare al Colle l’attrezzatura e i rifiuti accumulati» anticipa il geometra Paolo Franco, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Angrogna.
È proprio il Comune infatti ad essersi aggiudicato, attraverso un bando GAL Escartons e Valli Valdesi per la valorizzazione delle infrastrutture turistiche, i fondi del Psr (Programma di Sviluppo Rurale) che gli permettono di coprire il 90% del costo complessivo dell’opera che ammonta a 85.000 euro. Il nuovo bivacco e il nuovo tratto di sentiero renderanno più agevole la traversata tra le due vallate collegando l’Alpe Infernet a zone ad alto interesse naturalistico ed escursionistico: il Parco di Conca Cialancia e l’Altopiano dei Tredici Laghi.
Ad occuparsi della costruzione è un’impresa edile di Lusernetta, Roux Claude, specializzata nei lavori in alta quota e sta utilizzando il sistema modulare Xylevo e ideato dalla segheria Bruno Franco di Bagnolo. «Il bivacco dell’Alpe Infernet all’esterno avrà l’aspetto di un’antica baita in pietra nata dal rudere già esistente ma il suo cuore in legno sarà speciale: – dichiara il direttore dei lavori, il geometra Gianluca Apolloni – il sistema in blocchi di legno modulari da assemblare sul posto infatti è una tecnologia completamente made in Italy e a Km 0 che permette di realizzare in breve tempo una struttura autoportante».