È la kermesse letteraria del Pinerolese che ha visto passare autori di fama internazionale. Solo per citarne alcuni: Boris Pahor, Andrea Camilleri, Gioconda Belli, Umberto Eco e Simonetta Agnello Hornby, ma anche giornalisti, fisolofi e magistrati. Quest’anno l’edizione 2020 di Una Torre di Libri, che si svolge d’estate a Torre Pellice, è rimasta in forse a causa delle limitazioni agli assembramenti che hanno provocato l’annullamento di molti festival. Ora invece gli organizzatori possono annunciare che si terrà ma in un formato speciale. «La nostra prima intenzione era stata di annullarla ma ora assieme alla Diaconia valdese e al Comune di Torre Pellice stiamo ragionando a una manifestazione da proporre l’ultima settima di agosto, periodo in cui solitamente c’era il Sinodo» annuncia Massimo Gnone uno degli organizzatori della rassegna proposta dall’associazione Diversi Sguardi e dalla Libreria Claudiana di Torre Pellice.
Presentazioni di libri, eventi culturali e musicali, durante la giornata e la sera, organizzati in sinergia anche con altre realtà del territorio: «Abbiamo deciso di cogliere la sfida e di affrontare le difficoltà organizzative potenziando due aspetti che hanno sempre caratterizzato Una Torre di Libri – spiega Gnone –, ovvero coinvolgere altri soggetti e contribuire al rilancio del territorio attraverso una manifestazione culturale. Questo ultimo aspetto oggi è ancor più importante perché c’è bisogno di ripartire anche con idee ed energie nuove».
È ancora da definire la location del festival che negli ultimi anni si è svolto al Parco delle Betulle con evento di apertura in via della Repubblica (davanti al Municipio) perché, come sottolinea Gnone, permangono delle incognite: «Nella scelta influiranno le misure per limitare il contagio che potrebbero cambiare ancora fino ad agosto». Nelle intenzioni degli organizzatori l’appuntamento di agosto potrebbe non rimanere isolato: «Non trascuriamo l’ipotesi di proporre degli eventi anche nell’autunno o inverno – rivela Gnone –. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per ripartire».