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Attualità | 05 gennaio 2020, 13:23

Luserna San Giovanni svela il mosaico di accorpamenti delle scuole

La proposta frutto del lavoro della Commissione temporanea di riordino plessi non convince la minoranza, che propone una soluzione diversa

L’Alberti

L’Alberti

I plessi scolastici saranno concentrati in tre luoghi: all’ex istituto tecnico Alberti, alla scuola primaria e alle medie del capoluogo. Solo la scuola dell’infanzia di Pralafera rimane fuori dall’accorpamento e resta al suo posto. La proposta è figlia della Commissione temporanea di riordino plessi scolastici partita a settembre e che ha chiuso il suo lavoro di recente. Pur essendo composta da membri della maggioranza e della minoranza di Luserna San Giovanni, non è arrivata a una soluzione condivisa. E l’accorpamento dei plessi ha infiammato la discussione durante l’ultima seduta dell’anno del Consiglio comunale, lunedì 30 dicembre.

«Siamo coscienti dei problemi che comporterebbe la chiusura delle scuole di Luserna alta e di San Giovanni ma la riorganizzazione si basa sui dati: le prospettive del calo demografico sono drammatiche, alcuni plessi presentano criticità strutturali, anche dal punto di vista delle esigenze della didattica, l’indice di vulnerabilità sismica delle scuole è notevole e, infine, è necessario utilizzare la struttura dell’ex istituto tecnico Alberti che a livello di sicurezza antisismica è nelle condizioni migliori» così l’assessore all’istruzione e all’edilizia scolastica Enrico Delmirani, illustra i fondamenti delle scelte dell’Amministrazione. La soluzione prevede «l’utilizzo dell’Alberti come scuola media, la chiusura di San Giovanni e Luserna alta con lo spostamento degli studenti della primaria di Luserna alta nel plesso del capoluogo, in via Tegas, e degli studenti di San Giovanni nel plesso delle attuali medie. Anche la scuola dell’infanzia del capoluogo verrà spostata nel plesso delle medie mentre rimane invariata la situazione per Pralafera». All’adeguamento della scuola del capoluogo e di quella di Pralafera, l’Amministrazione destinerà gli 800.000 euro assegnati dalla Regione per il miglioramento sismico.

La proposta non piace alla minoranza, che già aveva dato battaglia in campagna elettorale. Il capogruppo Donato Marzano presenta una soluzione alternativa, volta a ridistribuire le risorse per i lavori di messa in sicurezza al fine di mantenere le scuole delle frazioni, razionalizzando la spesa: «Ad esempio, le risorse che l’Amministrazione ha deciso di destinare al capoluogo andrebbero destinate alla ristrutturazione di San Giovanni e basterebbe una parte delle risorse già in bilancio per intervenire anche a Luserna alta». Marzano ribadisce la necessità di conservare la pluralità di plessi: «Le scuole delle frazioni sono accoglienti e a misura di bambino inoltre particolarmente richieste dalle famiglie sia per la loro posizione decentrata, sia per la specificità didattica. La chiusura sarebbe grave per le due frazioni che andrebbero invece valorizzate».

Il consigliere Sonia Rostagnol, presidente della Commissione, spiega che la proposta di accorpamento potrà subire delle variazioni seppur minime: «Può essere oggetto di piccole modifiche o dell’aggiunta di dettagli. Per questo sarà utile un confronto con il Consiglio d’istituto, con i rappresentanti degli insegnanti e con i genitori. Proprio alcuni dei genitori ci hanno già contattati per esprimere le loro perplessità sia dal punto di vista degli spostamenti necessari sia per quanto riguarda le specificità didattiche dei vari plessi».

Oltre alle risorse già individuate per adeguare il plesso del capoluogo e quello di Pralafera, l’Amministrazione dovrà trovare i fondi per mettere in sesto l’Alberti: «Già nei primi mesi del 2020 cercheremo di capire a quanto ammonta la cifra necessaria». Inoltre, andrà ripensata la circolazione automobilistica nel centro cittadino dove aumenterà la concentrazione di studenti, «si prevedono circa duecento alunni in più, andrà quindi ripensata la viabilità nell’area delle scuole» spiega Delmirani e aggiunge: «Sarà da potenziare anche il servizio dello scuolabus per venire incontro alle esigenze di chi vive nelle frazioni, nonché le iniziative come il pedibus».

 

Elisa Rollino

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