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Torino | 30 novembre 2019, 20:10

I pali salvano il Toro, poi Bremer regala tre punti d’oro

A Marassi (senza Belotti) la squadra di Mazzarri gioca meglio per un tempo, ma poi deve dire grazie alla parate di Sirigu, salvato dai legni sui tiri di Agudelo e Favilli. Nel finale arriva il colpo di testa vincente del brasiliano

I pali salvano il Toro, poi Bremer regala tre punti d’oro

Fattore c. Grazie a una prova di cuore e ad un pizzico di buona sorte (per non citare una parte poco nobile del corpo) il Toro sbanca Marassi rossoblu per la terza stagione consecutiva, grazie al colpo di testa del brasiliano Bremer nel finale.

In una gara giocata senza capitan Belotti, che non è riuscito a recuperare dal problema al costato accusato una settimana prima, la vittoria contro il Genoa regala una boccata d’ossigeno ad una squadra poco brillante, reduce dalla pesante batosta contro l’Inter. Stavolta, al cospetto di una rivale mediocre, il Torino ha avuto la capacità di saper soffrire nei momenti difficili, dopo aver giocato un buon primo tempo nel quale non aveva mai rischiato nulla, mentre nella ripresa i granata (per l’occasione in maglia bianca) sono stati salvati un paio di volte dal solito Sirigu e dai legni della sua porta, che si sono opposti alle conclusioni di Agudelo e Favilli. Quando la gara sembrava indirizzata verso il pareggio, a un quarto d’ora dal 90' è saltato fuori a sorpresa il gol di Bremer su azione d’angolo, che la squadra di Mazzarri ha saputo proteggere nelle ultime battute.

Con questi tre punti d’oro il Toro risale in classifica, anche se il gioco continua a latitare e senza Belotti in attacco non c’è mai uno sbocco offensivo degno di questo nome. Ma il Gallo tornerà domenica 8 dicembre contro la Fiorentina e la sua sola presenza dovrebbe garantire tutto un altro peso all’attacco di una squadra che adesso deve trovare continuità di risultati, se vuole provare a risalire la classifica.

Cronaca. Nel Toro alla fine Belotti non recupera, non avendo superato il provino fatta poche ore prima della gara, il Gallo non figura neppure tra i giocatori in panchina, dove invece si accomoda Zaza, escluso dall’undici di partenza, così l’attacco è affidato alla coppia inedita Verdi-Berenguer, sostenuti alle loro spalle da un Lukic schierato in posizione più offensiva del solito. Nel Genoa, invece, è Favilli il terminale più avanzato, con alle spalle il trio Agudelo-Pandev-Sturaro, ma nonostante questo potenziale d’attacco la squadra di Thiago Motta fa il solletico alla difesa granata nel primo quarto d’ora, anche se pure il toro combina poco, provandoci solo con una conclusione dalla lunga distanza (peraltro sballata) di Lukic.

Si arriva alla mezz’ora praticamente senza alcuna emozione, con le squadre che battagliano in mezzo al campo ma incapaci di costruire una autentica occasione. La prima è di marca granata, con la proiezione offensiva di Izzo, sul cui cross Ansaldi arriva in spaccata, ma senza trovare il giro giusto per il tiro, che si spegne a pochi centimetri dal palo alla sinistra di Radu. Nel finale di tempo il Genoa cresce, conquista alcuni calci d’angolo, crea mischie nell’area granata ma senza mai arrivare ad impensierire Sirigu, tanto che il duplice fischio di Massa è accompagnato dai fischi del pubblico nei confronti della squadra di casa.

La ripresa inizia con un cambio immediato nel Genoa, che rileva il sofferente Ghiglione con il danese Ankersen, ma la prima occasione è ancora del Toro con il solito Ansaldi, che calcia con prontezza a centro area ma non trova lo specchio della porta. Poco dopo anche i rossoblu si rendono pericolosi, con il tentativo di Pandev che costringe Bremer a salvare nei pressi della linea di porta, mentre al 10’ il bello spunto personale di Agudelo, dopo un prolungato dribbling, si vede negare il gol dalla traversa. Il Toro è in sofferenza e subito dopo è il palo a salvare Sirigu sulla conclusione bassa di Favilli, con Mazzarri che prova a correre ai ripari aggiungendo la fisicità di Meite in mezzo al campo al posto di un deludente Baselli (che esce dimostrando di non gradire). La mossa almeno inizialmente non paga, perché al 22’ ci vuole tutta la bravura di Sirigu per dire di no al tentativo di Cassata, così subito dopo arriva il secondo cambio, con l’ingresso di Laxalt a scapito di Ansaldi, mossa apparsa poco comprensibile, visto che le uniche occasioni granata erano arrivate dalle iniziative dell’ex interista.

L’unica occasione del Toro, non considerando tale il tiro sballatissimo di meite, è il clamoroso rischio di autorete del genoa, con il tocco all’indietro di Romero che per poco Radu non trasforma in una clamorosa frittata. A poco meno di un quarto d’ora dal termine, però, la squadra di Mazzarri trova il vantaggio, con Bremer che di testa svetta sul calcio d’angolo di Verdi, firmando un 1-0 assolutamente ingeneroso per il Genoa.

Nel finale, approfittando degli spazi ampi lasciati dal Genoa, il Toro sfora persino il raddoppio con il tiro da fuori di Verdi, il nuovo entrato Edera riesce a prendere due cartellini gialli nel giro di pochissimi minuti, ma il Genoa non ha più tempo per sfruttare la superiorità numerica. Finisce tra i fischi di Marassi, mentre Mazzarri stringe i pugni per una vittoria pesantissima che fa uscire i granata dalla crisi.

Genoa – Torino 0-1

GENOA (4-2-3-1): Radu; Ghiglione (1’ st Ankersen), Romero, Biraschi, Pajac; Schone, Cassata; Agudelo, Pandev, Sturaro (37’ st Gumus); Favilli (21’ st Pinamonti). All. Thiago Motta. 

TORINO (3-4-1-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Bremer; De Silvestri, Rincon, Baselli (18’ st Meite), Ansaldi (23’ st Laxalt); Lukic; Verdi (43’ st Edera), Berenguer. All. Mazzarri

Arbitro: Massa di Imperia

Rete: 31’ st Bremer

Ammoniti: Bremer, Baselli, Sturaro, Agudelo

Espulso: Edera

Massimo De Marzi

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