Passaggio di testimone, in uno dei momenti più complessi - a livello economico, ma non solo - per il territorio piemontese. Marco Gay è il nuovo presidente di Confindustria Piemonte e raccoglie il testimone dal suo predecessore, Fabio Ravanelli, arrivato al termine di un mandato iniziato nel 2020.
Già presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte (eletto nel 2011) e poi del corrispettivo a livello nazionale (dal 2014 al 2017), Gay chiude così un cerchio ideale all'interno del mondo associativo industriale regionale. Torna così nel capoluogo la poltrona più alta: Gay, 44 anni, è torinese. E' sposato e ha tre figli. E' amministratore delegato di Digital Magics (incubatore di startup) e nel 2017 è stato scelto come presidente di Anitec-Assinform, l'associazione italiana per il mondo dell'ICT.
La sua investitura ufficiale arriva a poche ore dalla diffusione di una delle indagini congiunturali più complesse che si ricordino, complice ovviamente la pandemia da Covid-19 che però, secondo il parere di molti, non ha fatto che accelerare e amplificare difficoltà che in realtà erano già latenti e in marcia. Mai tanta cassa integrazione dal 1975 e parametri legati a produzione e ordini che tornano agli abissi del 2009, l'altra grande crisi che si è abbattuta sul nostro territorio (e non solo).
Dunque, un compito non facile, quello che lo attende. "Ci concentreremo in particolare sulla politica industriale e sui suoi pilastri come digitalizzazione, Europa e internazionalizzazione, sostenibilità, formazione e infrastrutture", sono le prime parole di Gay, che rimarrà in carica fino al 2024. "Sono orgoglioso di poter guidare gli imprenditori della mia regione, mettendo a disposizione competenze e volontà per far ripartire il nostro territorio. So che saranno quattro anni molto impegnativi, i segni lasciati dalla pandemia sul tessuto economico sono tangibili e purtroppo non ancora tutti evidenti, ma sono convinto che le nostre aziende hanno la volontà e tutte le caratteristiche per vincere la sfida".
E nel suo passo conclusivo, proprio Ravanelli ha ribadito i momenti cruciali della sua presidenza: "Prima fra tutte, la mobilitazione delle imprese a favore della TAV Torino-Lione, che ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e a rinsaldare il valore delle infrastrutture come condizione necessaria per lo sviluppo. E poi l’innovazione digitale e la transizione al 4.0 delle nostre imprese (con la creazione del Digital Innovation Hub Piemonte, primo in Italia) un passaggio ancora non completato, ma così centrale per rimanere e competere sul mercato. Ultimo punto, ma solo in ordine di tempo, la gestione dell’emergenza Covid e quanto fatto per mediare tra istituzioni e aziende, lato economico e lato sicurezza al momento della riapertura. Senz’altro c’è ancora molto da lavorare sulla capacità del territorio di attrarre investimenti – ha concluso Ravanelli – una sfida fondamentale su cui Confindustria potrà dare un contributo fattivo. A Marco Gay il mio augurio di buon lavoro per il futuro del Piemonte".