Attualità - 22 maggio 2022, 11:00

Lo sguardo dei bambini che ‘fa paura’ e i souvenir dei soldati: Giacotto racconta le impressioni dell’ultima missione ucraina

I volontari lusernesi hanno consegnato gli aiuti umanitari in Romania, al confine, e nella città di Chernivtsi

Sergio Giacotto, in primo piano con il cappello, al lavoro con gli altri volontari

Sergio Giacotto, in primo piano con il cappello, al lavoro con gli altri volontari

“Rispetto ai mesi scorsi tutto è cambiato” per la terza volta in Ucraina a portare gli aiuti umanitari raccolti a Luserna San Giovanni, con una missione organizzata dalla Federazione nazionale dei Vigili del fuoco, Sergio Giacotto racconta cosa ha visto cambiare. I volontari lusernesi sono partiti lo scorso mercoledì e ritornati domenica sera. Hanno consegnato abbigliamento, farmaci e alimenti, in Romania, al confine, e poi in alcuni centri che ospitano bambini e ai militari a Chernivtsi, città di 300.000 abitanti.

“Al mio terzo viaggio ho visto tutto cambiato. Soprattutto al confine, ora non c’è più molta gente che scappa da Paese in guerra, molti, infatti, li abbiamo visti rientrare” osserva Giacotto. Nelle missioni passate il tempo di attesa per uscire con i furgoni dal territorio ucraino era stato infatti lungo, per dare precedenza al transito dei veicoli che ospitavano persone ferite.

Ciò che l’ha più colpito però è lo sguardo dei bambini incontrati a Chernivtsi: “I loro occhi fanno paura: sono stanchi, molti di loro sono rimasti orfani negli scontri e hanno fatto viaggi lunghissimi per trovare centri in cui trovare soccorso”. La maggior parte dei piccoli arrivava dai luoghi attualmente sotto il fuoco, ma non sono mancati anche gli allarmi nei centri al confine con la Romania, visitati dalla missione. L’atmosfera che hanno vissuto i volontari tra i soldati tuttavia è di esaltazione: “Sono sicuri di vincere, lo spirito patriottico è cresciuto in modo impressionante. Alla nostra partenza, un militare è andato ad acquistare per tutti dei souvenir con la bandiera ucraina, in modo che ci ricordassimo di loro”.

Elisa Rollino

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