È un fiume in piena Luca Salvai. Nella conferenza stampa di poco fa, per fare chiarezza sulle sue dimissioni, lamenta di essere al centro di “un tiro al piccione da un anno”. Ce l’ha con politici e giornalisti: “Si dà una narrazione sbagliata della città e a pagarne le conseguenze è la città, perché io posso andare a fare altro. Riportiamo la discussione politica e la comunicazione a un livello più umano”.
Venerdì ha protocollato le sue dimissioni, dopo una commissione comunale sul volley di A1 in cerca di casa, e le ritirerà, perché “in maggioranza e in Giunta non ci sono mai stati problemi e ci sono le condizioni per governare”. Prima però ha detto di dover “andare dallo psicologo e valutare cosa fare”: “Non bisogna aver paura di mostrare le proprie debolezze, veniamo da due anni difficili e il Comune sta lavorando a ritmi alti, malgrado la pianta organica ridotta. Si respira un malessere di cui la mia situazione è solo una cartina di tornasole”.
Nel suo discorso Salvai ha lamentato le iniziative pretestuose: “La movida in centro storico è un problema serio, ma creare un comitato e fare una riunione a dieci giorni dalla elezioni per trattare il sindaco come è stato fatto non lo è”. Il sindaco ha puntato il dito anche sulle polemiche sulle cicogne sulla ciminiera di via Brigata Cagliari e sui vetrini dei lampioni del centro storico: “Siamo l’unico Comune a cui la Soprintendenza impone di rimettere i vetrini. Dovrei mettermi un avvocato per chiedere di farli rimettere ovunque, ma non lo faccio per rispetto della Soprintendenza e per rispetto della Soprintendente”.
Salvai ha anche ammesso gli errori di comunicazione sulla vicenda del volley di A1 in cerca di casa e ringraziato i consiglieri comunali Giorgio Pittau (M5S), Giuseppe Manganiello (Fdi) e Matteo Giorgis (Pd): “Ho chiesto loro di continuare a lavorare, se vogliono farlo, con impegni precisi da parte mia e della Giunta”.