Pinerolo - 10 febbraio 2022, 20:50

Il curling pinerolese guarda alle grandi città

Per crescere si pensa a raggiungere Milano e Torino

Il Palacurling di Pinerolo

Il Palacurling di Pinerolo

Un pinerolese sta lavorando per portare il curling a Milano, mentre la società Curling club Pinerolo è impegnata per far partire l’impianto di Torino. C’è fermento nel mondo delle “bocce sul ghiaccio” locali, con l’obiettivo di conquistare le grandi città.

“Per crescere è fondamentale uscire dai piccoli centri e raggiungere un bacino di utenza maggiore – argomenta Eros Gonin, ‘papà’ del curling nel Pinerolese –. Questa disciplina è adatta a tutte le età e un palcoscenico più ampio può portare più praticanti e più sponsor che la sostengono”.

Per questa ragione, la società Curling club Pinerolo si sta muovendo con Torino: “Stiamo cercando di aiutare il Comune a far partire l’impianto al PalaTazzoli” rivela Gonin.

Ma il bersaglio grosso sarebbe raggiungere Milano, facendo leva anche sul traino delle Olimpiadi 2026 che coinvolgeranno il capoluogo lombardo e Cortina: “Cortina sta facendo molto bene da anni e si è aggiudicata le gare di curling, anche se sarebbe stato fondamentale portarle a Milano, dove le voleva fortemente anche la federazione internazionale” sottolinea Gonin.

E c’è già chi da Pinerolo sta lavorando per portare questo sport ai milanesi: è Mario Corvo, fondatore del Glicini Village di San Secondo di Pinerolo, e amministratore delegato dell’Eracle Sports Center dell’ex calciatore juventino Gianluca Zambrotta.

La società gestisce il centro sportivo di Bresso, alle porte del capoluogo lombardo, e ha pronto un progetto per ampliarlo da sottoporre al Comune quando lancerà la nuova gara per l’affidamento: “In questo piano ventennale abbiamo pensato a un campo pratica di curling, dalle 3 alle 5 piste, che potrebbe essere usato come luogo di allenamento degli atleti che prenderanno parte alle Olimpiadi del 2026” spiega Corvo, che pratica questa disciplina da anni e vorrebbe portarla a un pubblico che oggi non ha possibilità di conoscerla da vicino, combattendo anche con gli scettici che fino a prima delle Olimpiadi di Pechino e dell'oro di Mosaner e Constantini si facevano una risata, pensando alle “bocce sul ghiaccio”.

Marco Bertello

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