“In questi anni abbiamo messo in luce tutte le potenzialità del complesso dell’Abbazia di Santa Maria, ma l’obiettivo di creare reddito non ci è riuscito, complici anche gli ultimi due anni di emergenza sanitaria. Bisogna scegliere come valorizzarlo e introdurre un biglietto se lo si ritiene utile” parole di Daniele Salvai è vicepresidente dell’associazione Anno Mille, che ha deciso di interrompere in anticipo la gestione dell’Abbazia di Cavour. Il Comune si trova a dover emanare un nuovo bando e decidere come impostare la futura gestione del sito. Salvai è stato il primo presidente di Anno mille, quando l’associazione è nata nel 2014. E si è occupato del complesso, per un periodo, anche nelle vesti di assessore comunale.
“Spesso si sente dire che un posto simile in Francia darebbe lavoro a tanti. Ma bisogna tenere presente il contesto: in Francia ci sarebbe un biglietto di ingresso e la gente sarebbe ben contenta di pagarlo – analizza Salvai –. In Italia non succede, per motivi radicati. Sono numerose, anche nel Pinerolese, le attrattive turistiche a costo zero e questo crea un problema a chi vuole valorizzare un sito, creando del reddito e del lavoro”.
Secondo lui va combattuto l’uso eccessivo del volontariato in campo turistico: “Non bisogna confondersi: associazione non è sinonimo di volontariato. Nel settore turistico, il volontariato è una piaga e un cancro che va superato, perché impedisce di valorizzare a pieno le risorse turistiche: chi vuole creare delle offerte di qualità e generare lavoro, con tante alternative gratis, si trova subito fuori mercato. Se già solo le attrattive di Cavour fossero tutte a pagamento, il quadro cambierebbe”.
L’Abbazia di Santa Maria, grazie al suo parco, ha la fortuna di essere una location ambita per matrimoni ed eventi, ma la pandemia ha bloccato questi settori, togliendo una delle fonti di sostentamento.
Per Salvai è importante scegliere su cosa si vuole puntare: “Noi abbiamo mostrato che si possono fare tante cose, dalle attività didattiche con le scuole a mostre di livello, ma farle tutte disperde energie e risorse. Occorre concentrarsi su uno sviluppo preciso: se, per esempio, vogliamo sviluppare le potenzialità di location, la gestione del flusso di entrate va lasciata in capo al gestore”. Per quali motivi? “Intanto i tempi di pagamento delle Amministrazioni pubbliche sono lunghi e attendere i soldi complica la gestione di un complesso simile. Inoltre l’ufficio Anagrafe di un Comune non ha la possibilità di promuovere e ‘vendere’ la location, come andrebbe fatto. Una cosa che invece un gestore a pieno titolo può fare”.
Ma puntare sulla location, come detto, non è l’unica alternativa: “Si può anche abbandonare questo aspetto per farne un polo archeologico e museale di livello, piuttosto che un luogo adatto per mostre importanti, ma è una scelta che va fatta a monte, anche per ipotizzare un certo tipo di gestione piuttosto che un’altra”.