“Pensare di lavorare solo all’aperto è impossibile. Anche in Sicilia. Basta un po’ di vento o un po’ di pioggia e la giornata è rovinata”. Parola di Aldo Petrasso di Osasco, fiduciario dell’Amira Torino (Associazione maître italiani ristoranti ed alberghi). Il sodalizio di cui fa parte è preoccupato dalle regole sulla ripartenza del settore ristorazione annunciate dal Governo.
“Con queste misure di fatto si apre meno che nella vecchia zona gialla, dove si potevano usare i posti all’interno – entra nel dettaglio –. Come si fa a pensare a cene programmate con l’incognita del tempo? Per ogni evento ci vuole un piano b, in caso di condizioni meteo non favorevoli”.
La richiesta dell’associazione è di concedere una riapertura completa, almeno da giugno, per dare agli imprenditori la possibilità di lavorare davvero, seppur con tutte le norme anti-Covid del caso: “Va benissimo applicare il distanziamento e il taglio dei coperti, ma permettere una riapertura che non è poi effettiva può creare dei problemi: infatti non si può lavorare davvero, ma si perde diritto anche a quei pochi ristori e alla cassa integrazione per i dipendenti, che rischiano così di stare a casa”.
Un problema quello del servizio all’aperto che fa discutere, soprattutto nelle zone montane, come la Val Chisone.