(Adnkronos) - Hanno dormito in strada, la scorsa notte, gli operai ex Ilva di Cornigliano, a Genova che ieri hanno occupato la fabbrica e sono scesi in strada per protestare contro il mancato accordo con il governo sul futuro della fabbrica.
Questa mattina alle 7 si è tenuta un'assemblea, oggi potrebbero tornare il presidente della Regione Marco Bucci e la sindaca di Genova Silvia Salis che già ieri hanno portato la propria vicinanza ai lavoratori.
La protesta è scattata ieri contro il piano del governo che secondo Armando Palombo storico delegato Fiom Cgil della ex Ilva di Cornigliano e Stefano Bonazzi Segretario Generale Fiom Cgil Genova "porta alla chiusura della fabbrica con la conseguenza che a Genova abbiamo mille posti di lavoro a rischio, mille famiglie che rischiano di perdere il loro sostentamento e la fine della siderurgia nella nostra città e nel Paese".
"Dal primo gennaio saranno in 6 mila a livello nazionale a trovarsi in cassa integrazione e dal primo di marzo chiuderanno tutti gli impianti. Chiediamo alle istituzioni locali di non stare in silenzio e di adoperarsi per contrastare la decisione del Governo e impedire la chiusura di Cornigliano", concludono i sindacalisti.
"La settimana scorsa avevamo sospeso le iniziative di mobilitazione, lo sciopero e le assemblee perché il governo ci aveva convocati ma ci aspettavamo risposte completamente diverse. Oggi dobbiamo mettere in campo iniziative di mobilitazione, a partire dall'occupazione all'interno dello stabilimento", annuncia intanto Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil di Taranto, parlando con i lavoratori dello stabilimento.
L'iniziativa si rende necessaria, spiega, "per dimostrare al governo che il piano di chiusura che ci hanno presentato è inaccettabile. Ieri hanno provato a smorzare le responsabilità, adesso basta: anche i commissari sostengono il governo e cercano di prendere per il culo i lavoratori dicendo che non ci sono 6mila lavoratori in cig ma 4.550 in cassa integrazione e 1500 in formazione per 96mila ore. Abbiamo fatto due calcoli e non raggiungeremmo nemmeno otto giorni a testa".
"Prepariamoci - sottolinea - perché non sarà una passeggiata, non sarà una sola giornata di mobilitazione, questo è solo l'inizio. Facciamoci sentire del governo perché se non ritireranno il piano di chiusura noi continueremo".
E' cominciata quindi l'assemblea unitaria a cui sono stati chiamati a partecipare i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, convocata da Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Usb, sindacati dei metalmeccanici dello stabilimento siderurgico, dopo la rottura della trattativa a seguito dell'incontro con il governo e della mobilitazione e dello sciopero annunciati in tutti i siti del gruppo dai sindacati confederali. Dopo aver iniziato all'interno i lavoratori si sono spostati in un piazzale esterno perché il numero era aumentato. Anche gli operai dell'indotto sono mobilitati in un'altra area della fabbrica.
Biagio Prisciano, segretario della Fim Cisl intervenendo con un megafono davanti alla folla di lavoratori, dopo gli altri rappresentanti sindacali, ha detto che "da questo momento, dalle 9, proclamiamo lo sciopero, per 24 ore, perché deve passare un messaggio: a Taranto non ci si accontenta della cassa integrazione, del metadone di Stato. Noi vogliamo un lavoro pulito, che rispetti salute e ambiente. Non vogliamo più ammalarci, né noi, né quelli che sono all'esterno". Subito dopo gli operai si stanno recando a piedi verso la direzione dell'azienda intenzionati a occuparla. Poi all'esterno comincerà l'assemblea vera e propria. Lì probabilmente verranno raggiunti dagli operai dell'indotto.





