Economia e lavoro - 17 novembre 2025, 16:16

Le aziende di fronte alla svolta generazionale: arrivano i giovani con nuove idee e visioni tra flessibilità, smart working e valori

Nella ricerca presentata da Cna Piemonte in occasione della sua assemblea annuale, emergono grandi differenze tra la percezione dei doveri, la gavetta, la carriera e l'accettazione di compiti meno gratificanti. Zanzottera: "Non basta trovare nuovi addetti: bisogna ripensare e riorganizzare il lavoro"

Nelle aziende cambiano i valori e le percezioni con l'avvento delle nuove generazioni

Nelle aziende cambiano i valori e le percezioni con l'avvento delle nuove generazioni

Il rapporto tra imprese e giovani non è più quello di una volta. E' stato questo il punto focale dell'assemblea annuale di Cna Piemonte, ospitata questa mattina presso la sede UniCredit University di via XX Settembre. E i numeri presentati raccontano una realtà che spesso può sfuggire, ma che svela scenari nuovi da comprendere, nella differenza che si sta evidenziando tra generazioni.

Dialogo e flessibilità

A cominciare dall'idea sull'organizzazione del lavoro: più di un giovane su tre (36,4%) ritiene che l’azienda debba adeguarsi alle esigenze dei collaboratori, contro il 19,7% dei cosiddetti senior.  La maggioranza, tuttavia (59,3% giovani, 68,2% senior), auspica un equilibrio tra esigenze aziendali e personali. Solo una piccola quota (4,4% giovani, 12,1% senior) pensa che spetti ai lavoratori adattarsi completamente.
Insomma, dialogo e flessibilità, ma i giovani mostrano un’aspettativa più marcata di personalizzazione delle condizioni lavorative.

Doveri e gavetta

Ancora più evidente la differenza sul piano dei valori: i senior attribuiscono maggior peso a concetti tradizionali come i doveri (92,9% contro il 77,5% dei giovani), la gavetta (81,9% vs 56,2%), la pazienza per la crescita di carriera (85,9% vs 68,5%) e l’accettazione dei compiti meno gratificanti (68,5% vs 53,1%).  Anche sul tema dell’impegno (“nulla è dovuto”), i senior mostrano un senso del dovere più forte (75,2% contro 60,5%). Ne emerge un diverso approccio culturale: i senior incarnano valori di stabilità e sacrificio, mentre i giovani ricercano realizzazione personale, significato e riconoscimento immediato.

Benefit, smart e voglia di casa

Sul fonte delle motivazioni, infine, le priorità che orientano le scelte lavorative mostrano differenze significative tra le generazioni: la retribuzione meritocratica vale il 46,7% per giovani, ma sale al 52,8% per i senior. I contenuti stimolanti del lavoro sono 40,7% contro 43,7%. I benefit sono più importanti per i giovani (38,2% vs 33,5%), così come lo smart working (26,5% vs 14,8%) e la vicinanza a casa (32,5% vs 21,7%).
La formazione continua è più sentita dai senior (44,9% vs 36,4%), mentre il percorso di carriera è più rilevante per i giovani (33,5% vs 28,9%). I giovani sono più attenti a tematiche come l'inclusione sociale e l'appartenenza: i giovani sono più sensibili al tema dell’inclusione (29,9% vs 18,8%), mentre i senior sono più legati al senso di appartenenza (36,5% vs 30,8%). I giovani cercano flessibilità, stimoli e valori, mentre i senior valorizzano stabilità, formazione e meritocrazia.

Voglia di cambiare

Infine, sulla propensione al cambiamento, il 49,2% dei giovani dichiara di essere pronto a cambiare lavoro, contro il 36,1% dei senior. Segno che i giovani sono più mobili e meno fidelizzati: se non trovano stimoli, equilibrio vita-lavoro e possibilità di crescita, sono pronti a cercare altrove.

In questo periodo la sfida per le aziende non è soltanto quella di trovare personale disponibile – dice Delio Zanzottera, segretario regionale di Cna Piemonte – ma dobbiamo essere in grado anche di ripensare e riorganizzare il lavoro secondo le attese delle nuove generazioni. Questo vuol dire formazione continua, ma anche un  clima aziendale aperto, maggiore flessibilità nella conciliazione con la vita privata e la formazione continua".

Si tratta di una fotografia – aggiunge il cavourese Giovanni Genovesio, presidente CNA Piemonte – che mette in luce due culture del lavoro diverse, ma che non vanno messe in contrapposizione, anzi bisogna instaurare un dialogo. Se da una parte le generazioni passate sono testimonianza della memoria e della solidità del sistema produttivo, dall'altro i giovani portano energia, creatività e nuove visioni. E' compito delle imprese imparare a valorizzare entrambe le dimensioni”.

Massimiliano Sciullo

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