Nel cuore di San Salvario, un’ex galleria d’arte dal fascino postmoderno è oggi una trattoria dai tratti contemporanei. Ai fornelli c’è Mauro Virdis, chef torinese con oltre trent’anni di esperienza, che ha scelto di fare della tradizione piemontese il perno della sua cucina, valorizzando la materia prima con cura e senso di essenzialità. Ogni tanto si concede un passaggio in sala, non per semplice formalità ma per sincero interesse verso l’esperienza degli ospiti, consapevole che l’osservazione e l’ascolto sono parte del mestiere. Nei suoi piatti, più essenziali che semplici, si avverte la precisione del lavoro e una creatività ben dosata: ed è lì che si gioca l’equilibrio tra rispetto del passato e presente.
Una cucina solida, nonostante un passo falso
Ad esserci servito immediatamente è un Carpaccio di Fassona marinato con dressing alla senape e misticanza, accattivante sia per la materia prima eccellente che per la preparazione essenziale capace di esaltarne delicatezza e freschezza.
Decisamente capaci di reggere il gioco dei sapori anche i Plin della Trattoria al sugo di arrosto: la pasta è sottile e il ripieno gustoso, l’equilibrio complessivo ben bilanciato.
Francamente invece non ci hanno convinto – ma è stato l’unico inciampo della serata – i Tajarin con funghi porcini freschi: non siamo riusciti a capire se per una scelta di funghi non al massimo della loro espressione o per una loro cottura un po’ oltre il dovuto; sta di fatto che qualcosa non ha funzionato e il piatto ci è risultato un po’ spento rispetto alle attese.
E a stupirci ulteriormente è il fatto che invece i Funghi porcini fritti – “gli stessi dei tajarin”, ci ha assicurato lo chef senza però sedare del tutto i nostri dubbi – sono invece stati cotti con maestria, risultando impeccabili nella panatura e fragranti al gusto.
Buoni anche i Calamari ripieni, la cui farcitura questa volta sorprende per la sua capacità di sposarsi appieno con la delicatezza del mollusco.
A chiudere in dolcezza la Crème brulèe con fichi caramellati: certo con un accostamento originale e riuscito, sebbene a nostro modesto parere forse ancora un po’ migliorabile sul piano del raccordo della caramellatura con i fichi.
L’eleganza sobria di un locale accogliente
Le sale, anche grazie ad una illuminazione ben calibrata, sono accoglienti e trasmettono il calore giusto per trascorrere una bella serata. L’apparecchiatura dei tavoli poi con tovaglie e tovaglioli in tessuto, in un momento in cui per varie ragioni questi ultimi si vedono sempre meno, rivela una cura autentica e una precisa volontà di far star bene i clienti. Servizio impeccabile, tempestivo, discreto e mai invadente, con personale capace spesso di anticipare le esigenze di chi sedeva ai vari tavoli. Ci sarebbe piaciuta un’apertura del vino, un Barolo 2019, gestita in modo un po’ più professionale: senza ritualità vetuste, ma magari fatta sul tavolo e a bottiglia ferma. E forse il capitolo vini, anche sul piano della carta, meriterebbe un ampliamento in linea con la varietà e con l’attenzione di quella attuale. Un dettaglio che migliorerebbe ulteriormente un’esperienza che, sul piano della cucina, risulta comunque già di alto livello e ad un prezzo corretto.
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Tipologia locale: Trattoria contemporanea
Indirizzo: Via Silvio Pellico, 3 – Torino
Sito web: www.latrattoriasecondome.it
Tel: + 011 6693880
Prezzo: Antipasti (14-15€), Primi (14-15€), Secondi (18-22€), Dessert (7€), Coperto (2,50€).
Servizio: tavoli all’aperto, piatti vegetariani, animali ammessi.
Ultima visita: Agosto 2025
Sensazioni al volo: cucina solida e rispettosa della tradizione, materie prime eccellenti e gestite con grande attenzione, servizio impeccabile in un ambiente accogliente e curato nei dettagli, prezzo corretto per un'esperienza di livello. Quel che ci vuole per una bella serata.