Economia e lavoro - 15 ottobre 2025, 12:08

La crisi dell’auto colpisce anche la filiera: Torino e il Piemonte soffrono ancora più dell’Italia

Cala il fatturato e crolla l’occupazione nel 2024. E le previsioni sul 2025 sono più cupe della media nazionale. Cipolletta: “Puntiamo su nuovi mercati e sulla capacità di fare filiera”

La crisi dell’auto colpisce anche la filiera: Torino e il Piemonte soffrono ancora più dell’Italia

Anche la componentistica adesso lancia l’allarme. Dopo tre anni di crescita “nonostante tutto”, infatti, il settore che orbita attorno al mondo dell’auto si piega alla crisi.

Lo dice l’ultima indagine della Camera di Commercio di Torino, che mostra numeri in calo su tutta la linea. E se il Piemonte pesa per un terzo del quadro nazionale, sotto certi aspetti la sua situazione è anche peggiore: in linea la diminuzione del fatturato (5,6% a fronte del -6% nazionale), ma decisamente peggiore l’andamento degli addetti, crollato del 2,4% rispetto al -0,7% su scala italiana.

Piemonte terra di pessimisti

Anche sul fronte delle previsioni, le cose non vanno bene. E a livello Piemonte è pure peggio che nel resto d’Italia. Oltre un’azienda su due pensa a cali di fatturato e ordinativi interni. Chi prevede cali di ordinativi pesa per il 43%, mentre l’occupazione calerà per 41%. Giù anche gli investimenti, con una predominanza dei pessimisti per il 28%. Tutte queste voci sono peggiori di quelle nazionali.

Pesano l’instabilità economica mondiale, così come le politiche delle case automobilistiche europee. Sempre più spiccata l’attenzione all’ingresso in Europa delle case produttrici cinesi. Il tutto senza dimenticare la spada di Damocle dei dazi.

Filiera e nuovi mercati

“Il momento è complesso, ma non mancano elementi su cui fare leva. Ci fa ben sperare la capacità di fare filiera, ma anche l’emergere di nuovi mercati - dice Massimiliano Cipolletta, presidente della Camera di Commercio di Torino -. Il Piemonte è ancora regione leader e se da un lato soffriamo le difficoltà più di altri, dall’altro spingiamo ancora di più su iniziative di sistema come la Vehicle Valley. E poi c’è una continua specializzazione che in certi casi, come il motorsport, riesce a rispondere alla crisi. Inoltre bisogna insistere nell’interoperabilità tra diversi settori, come per esempio l’aerospazio”.

Ritrovare competitività

“I dati ci raccontano un contesto che è andato peggiorando rispetto all’anno scorso: si sono ridotti volumi, ricavi e attività. C’è una difficoltà del Piemonte che è di tutto il Paese e di tutta Europa. Ma il settore sta cercando di ritrovare elementi di competitività, un approccio multi tecnologico per arrivare alla decarbonizzazione e un percorso che recupera la relazione con il mercato e con il cliente, oggi disorientato davanti a un mercato in cui è stato messo come spettatore. Serve un ragionamento realizzata, proiettando un cambiamento e un cambio di passo”, dice Marco Stella, presidente Gruppo componenti di Anfia, di cui è anche vicepresidente. 

Errori e soluzioni 

“Politica e industria hanno fatto errori in passato, ora ne devono uscire insieme, anche su scala internazionale - dice Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività produttive -. Le multinazionali non sempre sono una minaccia: sta alla politica far capire a queste imprese, come Tata o a chi verrà per Italdesign, che hanno convenienza a continuare a investire in questo territorio”.

“Credo in Filosa”

“C’è ancora voglia di auto - aggiunge Tronzano -: siamo forse indietro rispetto alla Cina, ma abbiamo la forza per uscire da questa crisi. Le auto del futuro saranno diverse, ma noi sappiamo esserci”. E su Stellantis, “Credo in Filosa, è un uomo del fare”.

Parole che si spera possano essere di buon auspicio, visto che dai dati risulta come in Piemonte il 73,5% delle imprese ha Stellantis e Iveco come clienti di riferimento. Una quota robusta, anche se in calo rispetto al 78,5% del 2023.

“Toccato il fondo, ora si riparte”

“Da oggi inizia la ripartenza - sillaba Roberto Vavassori, presidente di Anfia -. Abbiamo toccato il fondo e adesso dobbiamo rilanciare la competitività: ognuno di noi può fare di più. Abbiamo passato momenti difficili e questo è ancora più significativo. Non è una gara in solitaria a livello globale, ma dobbiamo metterci alla prova: ce la faremo, ma dobbiamo dimostrare quel che sappiamo fare”.

Massimiliano Sciullo

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