Attualità - 21 settembre 2025, 14:10

Don Monti lascia Campiglione Fenile e diventa parroco di Pinasca

Dopo quattro anni accanto ai bambini e ai giovani, il sacerdote vicentino guiderà le parrocchie di Pinasca e Inverso Pinasca

Don Monti lascia Campiglione Fenile e diventa parroco di Pinasca

Ha spiegato la trasfigurazione sul monte Tabor aiutandosi con i detersivi e l’amore divino, usando una rotella metrica. Dei quattro anni trascorsi a Campiglione Fenile, don Manuel Monti si ricorderà soprattutto i momenti trascorsi con i bambini, le loro espressioni di sorpresa e il loro entusiasmo.

Subentrato a don Silvestrini, morto di Covid nel 2021, da sabato 27 settembre, don Monti sarà il parroco di Pinasca e Inverso Pinasca. Con la messa delle 18,30 di quel giorno ci sarà il suo ingresso ufficiale nella chiesa di Inverso Pinasca mentre alle 20,30 celebrerà nella chiesa di Santa Maria Assunta di Pinasca. Il giorno successivo, domenica 28, alle 10,30, terrà la sua prima messa a Dubbione. “Nella nuova parrocchia non farò le stesse cose di Campiglione Fenile perché ogni paese è diverso. Impiegherò i primi tempi a leggere il territorio e capire i nuovi contesti” annuncia.

Una messa e una cena per salutarlo

Cinquantaquattrenne originario di Vicenza, per don Monti Campiglione Fenile è stata la prima parrocchia: “Stavo facendo un’esperienza nella congregazione dei Giuseppini del Murialdo a Pinerolo quando mancò don Silvestrini e fui chiamato a sostituirlo” racconta. Arrivato in paese il 10 settembre del 2021, si rese conto che lì il suo ruolo contava: “Scoprii un contesto ancora tradizionale dove la figura del parroco è ancora importante. Trovai anche collaboratori pronti a ripartire”.

Buona parte di loro ha partecipato alla messa di domenica 14 settembre, organizzata nel pomeriggio proprio come un momento per salutare don Monti: “Sono rimasto commosso: c’erano tutte le persone che mi hanno accolto allora e i rappresentanti delle associazioni, le mamme, l’Amministrazione comunale – racconta –. Sono consapevole che da questo paese ho ricevuto ben più di quanto ho cercato di dare”. La festa si è conclusa con una cena a cui hanno partecipato circa 300 persone.

Calcio, detersivi e rotella metrica

‘Malato’ anche lui di calcio, la sua soddisfazione è stata soprattutto quella di lavorare con giovani e bambini: “Sono venticinque gli animatori con cui abbiamo rilanciato l’oratorio. Era importante che lo sentissero come una ‘cosa propria’: anche così nasce il senso di appartenenza a una comunità”. Un’ottantina invece sono i bambini che frequentano il catechismo: “È stato bello vederli attenti mentre spiegavo la trasfigurazione aiutandomi con i detersivi e l’amore di Gesù chiedendo a un bambino delle elementari di attraversare la navata srotolando una rotella metrica” ricorda. Ma forse ciò che l’ha più sorpreso è stato il loro entusiasmo: “Spesso, con spontaneità, facevano a gara per servire messa come chierichetti”. Molti dei ricordi che porterà con sé nella nuova parrocchia riguardano proprio i più piccoli: “Sono ‘malato’ di calcio da una cinquantina d’anni come molti di loro e questo mi ha permesso di condividere i momenti di gioco prima del catechismo. Ma non solo: sono stato con loro sia nei momenti dedicati al ballo sia in quelli della preghiera”.

Elisa Rollino

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