Scuola e formazione - 17 settembre 2025, 13:30

Disability manager, apprendimento e lavoro: le proposte della Consulta Persone in Difficoltà per gli alunni con disabilità [VIDEO]

Al Podcast a domicilio il direttore della CPD: "La socializzazione del figlio da sola non può più bastare"

Disability manager, apprendimento e lavoro: le proposte della Consulta Persone in Difficoltà per gli alunni con disabilità [VIDEO]

Il 10 settembre è iniziata la scuola a Torino. In tanti chiedono riforme e stanziamenti per risolvere i numerosi problemi che l'affliggono. A pensare agli studenti con disabilità o neuro divergenze c'è la Consulta Persone in Difficoltà (CPD), un'associazione di volontariato. Il direttore, Giovanni Ferrero, è stato al Podcast a Domicilio per parlare di cosa dovrebbe cambiare per dare a tutti le stesse opportunità.


 

"Non basta il sostegno". Parte da qui Ferrero, indicando nella riforma del 1977 un punto di partenza che è stato visto come un punto di arrivo. Oggi non basta più, dice, ma servono più formazione specializzata e la figura del disability manager nelle scuole. "In ogni scuola - spiega - c'è un insegnante di riferimento all'inclusione che al 99% è un insegnante che insegna e che lo fa in più. Chiediamo che ci sia la figura del disability manager scolastico, una figura che sappia risolvere problemi di accesso e di didattica inclusiva, che faccia solo quello 8 ore al giorno".

A richiedere un cambiamento è anche l'estensione del fenomeno: "Nel '65 era raro trovare un alunno con disabilità in una classe. Oggi quasi un alunno su due ha una neurodivergenza, cioè spettro autistico, disturbo dell'apprendimento, iperattività, funzionamento intellettivo limite, o una disabilità. È cambiata anche la società: una volta era già tanto se un bambino con disabilità poteva entrare a scuola, oggi lavorano".

È qui che secondo Ferrero c'è da lavorare di più: nel cambiare gli obiettivi della scuola nei confronti degli alunni con disabilità. "La scuola - ha commentato - deve fare il salto di qualità per fare diventare l'alunno con disabilità un futuro lavoratore, una persona come succede ai nostri figli che escono dalle superiori, e non che rischi di andare in un centro diurno. I genitori chiedono che i loro figli imparino".

Per alcuni l'aspetto più importante è la socializzazione del figlio con disabilità, che possa passare il tempo in classe con gli altri compagni, ma questo non basta: "Alcuni si accontentano che il figlio frequenti la classe con gli altri, pensano che la socializzazione sia più importante ma oltre a quello è importantissimo l'apprendimento".

Una possibilità che suggerisce la CPD è lasciare uno spazio ad hoc agli alunni con disabilità o disturbi dell'apprendimento, per avere gli strumenti adatti e l'attenzione e le metodologie di insegnamento necessarie a seconda del singolo caso. "Che non significa tornare a isolare lo studente con disabilità - ha specificato Ferrero - ma porre la giusta attenzione anche all'apprendimento e non solo alla socialità e all'inserimento in classe".

Segui questa e le altre interviste sul canale DixTV.

Francesco Capuano

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