Economia e lavoro - 05 settembre 2025, 18:15

Crisi, in Piemonte si assume sempre di meno. Ma per le aziende resta un rebus trovare operai specializzati, tecnici e dirigenti

Lo dicono le stime della rilevazione Excelsior di Unioncamere: a settembre 35.350 ingressi, ma in diminuzione dell'11,1% rispetto a un anno fa. Calo anche nel trimestre (quasi 9300 inserimenti in meno)

Sempre più difficile un colloquio di lavoro che abbia successo

Sempre più difficile un colloquio di lavoro che abbia successo

La crisi continua a colpire il Piemonte e questo fa diminuire le prospettive di assunzioni. Lo dicono gli ultimi dati del bollettino Excelsior di Unioncamere. Ma questo, come i veri rebus che si rispettano, mostra anche il suo lato più paradossale: ci sono figure professionali che le aziende continuano a non trovare, nonostante tutto, per completare i loro organici. Operai specializzati, ma anche figure dirigenziali e tecnici. Ma andiamo con ordine.

Assunzioni in calo

Secondo le rilevazioni, sono circa 35.350 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per settembre 2025, valore che sale a 92mila se si considera l’intero trimestre settembre-novembre 2025. Una tendenza che però appare negativa sia a livello mensile (-4.420 entrate rispetto a settembre 2024, per una variazione tendenziale del -11,1%), sia su base trimestrale (-9.280 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). 

Soprattutto piccole aziende, ma solo un posto su 4 è stabile

Il 57,6% delle assunzioni programmate in Piemonte per il mese di settembre riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), mentre solo il 20,6% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 21,9% grandi aziende (250 dipendenti e oltre). Il 78,6% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente, il 15,4% lavoratori somministrati, l’1,9% collaboratori e il 4,1% altri lavoratori non alle dipendenze.

Soltanto nel 23% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 77% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Delle 35.350 entrate previste in Piemonte nel mese di settembre 2025, il 17% è costituito da laureati, il 23% da diplomati, mentre le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 39% e il 19%.

Al traino dei servizi

Considerando i dati di settembre a livello settoriale emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 23.380 entrate, il 66,1% del totale (circa 3.440 unità in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). L’industria prevede 10.410 entrate, generando il 29,4% della domanda totale e segnando un calo pari a circa 1.060 unità rispetto a settembre 2024. Il settore primario, con circa 1.560 assunzioni nel mese di settembre (+80 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), pesa il 4,4%.

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 35.350 entrate previste nel mese di settembre 2025 è quello dei servizi alle persone, con 6.430 ingressi (18,2% del totale), seguito dal del turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), settore per il quale le imprese intervistate presumono di dover effettuare 5.190 assunzioni (il 14,7%) e dal commercio con 3.890 entrate nel mese e una quota del 1,0% del totale. All’interno del comparto industriale si distinguono le costruzioni con una quota pari al 7,9%.

A.a.a. lavoratori cercansi

Come detto, però, restano sacche di difficoltà quando si tratta di trovare determinati profili professionali. Si stima addirittura che sarà complesso reperire sul mercato del lavoro il 47,8% delle figure professionali da inserire in azienda, soprattutto a causa della mancanza di candidati idonei a ricoprire le posizioni vacanti (32,7%). Nell’11% dei casi le imprese piemontesi prevedono, invece, di incontrare difficoltà per lo più legate alla preparazione inadeguata preparazione degli aspiranti lavoratori. 

Tra le figure più rare, ci sono senza dubbio gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine (9.970 entrate programmate, il 60,7% delle quali di difficile reperimento), ma anche dirigenti e professioni con elevata specializzazione e tecnici (7.890 entrate, con una difficoltà di reperimento del 50,3%). Più nel dettaglio, diventano un rompicapo gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (84,6%) e quelli specializzati in installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche (76,6%), mentre nel secondo appare particolarmente gravosa la ricerca di tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (70,1%) e di tecnici della salute (68,5%).

Difficoltà inferiori alla media si riscontrano, invece, nel trovare impiegati, professioni commerciali e nei servizi (dove risulta che "solo" il 43% degli 11.260 profili richiesti è di difficile reperimento). Ma anche qui non mancano alcuni "unicorni": professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (69,8%) e degli operatori della cura estetica (64,4%).

Massimiliano Sciullo

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