È arrivata la conferma per Giorgio Felici alla guida di Confartigianato Piemonte. Prosegue dunque con un nuovo mandato alla guida dell’associazione di categoria.
Politica nel mirino
L’approccio è decisamente agguerrito: “Abbiamo da rappresentare una serie di questioni alla politica che vanno dal credito alla burocrazia alle infrastrutture, ma soprattutto quello che chiediamo è che la politica si emancipi da delle logiche che la vedono un po' vivacchiare rispetto alla necessità di preservare se stessa e che prenda delle decisioni, a fronte di promesse elettorali e valori liberali che non vengono applicati”.
Gli esempi non mancano: “Aumentano in continuazione le sacche di socialismo reale, aumentano le tasse, aumenta la burocrazia e quindi sembra che la politica sia dettata da un funzionariato pubblico che tiene sostanzialmente in mano i parlamentari e i ministri. Serve un'inversione di rotta”.
Piemonte soffre il mal d’auto
Sui problemi attuali, secondo Felici, “Il Piemonte è la rappresentazione perfetta del resto dell'Italia, con un problema aggiuntivo: quello legato alla manifattura che deriva da un indotto dell'automotive che purtroppo, essendo in qualche modo collassato senza che la politica prendesse in mano la situazione, amplifica i problemi. Diciamo che le imprese artigiane hanno una capacità di elasticità tale che consenta anche un pochino di ripensarsi, di riprogrammare un po' le cose. Il problema grosso è che questa è una città che - ci è stato raccontato - doveva passare dall'industria pesante a diventare turistica e hub culturale. Tutte cose bellissime, ma se non ci sono, se non c'è l'hardware non vai avanti”.
Stellantis e nuovo ceo
Sul nuovo corso di Stellantis, Felici commenta: “Sicuramente noi apprezziamo il fatto che il nuovo Ceo (Antonio Filosa, ndr) sia un italiano: sicuramente avrà una visione più legata non tanto al territorio, ma un modo di essere italiano che privilegia tutta una serie di passaggi imprenditoriali, anche di tipo etico. Siamo convinti del fatto che il problema però non sia solo il ceo, ma sia una programmazione statale rispetto alla conservazione degli assetti. Nella nostra Costituzione ci sono anche gli strumenti per consentire allo Stato di entrare a gamba tesa sulla conservazione degli assetti quando questi vengono portati via o vengono strappati all'interesse del Paese”.
Dubbi sul Pnrr
Altro tema molto sentito è quello del Pnrr: “Personalmente sono molto critico nei confronti del PNRR perché genera debito che non genera moltiplicatori. Sicuramente noi abbiamo delle aziende artigiane coinvolte negli investimenti del Piano. Bisogna capire questi investimenti come e in che misura saranno restituiti. Ricordo solo che parte dei soldi che ci sono stati dati in prestito erano già nostri. Quindi io ho delle serie perplessità rispetto agli strumenti comunitari”.
Regione sotto tiro
Sul futuro del suo mandato, Felici garantisce “Un’azione energica nei confronti della Regione dopo le promesse fatte in fase elettorale, quindi riteniamo che si debba attuare un'azione, anche propositiva, rispetto a certe cose che su cui secondo me la Regione è ancora latitante”.